lunedì 24 aprile 2023

Certi giudizi proprio non li capiamo. Perché 'censurare' il bis di un'aria o coro celebri, nel bel mezzo di una rappresentazione, non cogliendone il senso?

 Se si leggono le cronache del passato glorioso del melodramma italiano, ci si imbatterà sovente in  usanze che allora come oggi qualcuno censura, come ad esempio la richiesta e la concessione di un bis, durante una rappresentazione. Si dirà perchè interrompe il racconto, magari nel momento più caldo dell'azione.

 Ma questa è la critica che i cosiddetti 'riformatori' del melodramma rivolgevano proprio all'aria che con il suo calore e la sua forte carica emozionale ed espressiva interrompeva l'azione.

 Senza questa consapevolezza cicli di fortunate trasmissioni come 'I Concerti 'Martini&Rossi' alla radio italiana, non avrebbero potuto aver luogo.

 Le cronache raccontano anche di pubblici distratti per buona parte della rappresentazione che  all'improvviso si mettevano zitti, smettevano tutte le occupazioni lecite ed illecite che avevano avviato nel frattempo, e immobili ascoltavano una famosa aria. Accadde tanto per fare un esempio durante una recita dell'Elisir d'amore di Donizetti, per l'ascolto di 'una furtiva lagrima'.

Ora nelle moderne rappresentazioni non accade sovente che si interrompa l'azione per con cedere un bis, se richiesto con insistenza. Ma le volte che accade, più che indispettire dovrebbe far gioire gli interpreti che si vedono riconosciuta l'eccellenza della prestazione sia vocale che musicale.

 E a dimostrare che per alcuni bani 'simbolo', come lo è da tempo il coro Va pensiero dal Nabucco verdiano, questo accade  molto spesso, ricordiamo che in una delle puntate della famosa trasmissione All'Opera! di cui avevamo la responsabilità autoriale, dedicate appunto al Nabucco, decidemmo di far eseguire il bis del Va pensiero, immaginando che anche il pubblico televisivo, dopo l'esecuzione del celeberrimo coro, ne avrebbe richiesto nuovamente l'esecuzione, se ne avesse avuta la possibilità attraverso il telecomando.

 Non fu una forzatura, e neppure il frutto della presunzione di sostituirci al pubblico a casa, ma semplicemente il riconoscimento che quella usanza - quella cioè di domandare il bis di brani celeberrimi e popolari - fosse indice di gradimento, e tanto valeva mantenerla anche in un'opera vista ed ascoltata a distanza, attraverso la tv.

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