"Io l’ho trovato più volte, nel suo appartamento così ricco di opere d’arte, a meditare estatico davanti a un bellissimo e grande bozzetto del Previati, ‘Le Muse’" (Adriano Lualdi, 1920, ‘Toscanini, un uomo’). Come davanti a uno spartito – prendiamo in prestito l’immagine evocata da Vittorio Sgarbi – Arturo Toscanini cercava l’ispirazione nel "bozzetto" di Gaetano Previati. Si legge nell’articolo di Lualdi: lo metteva "in terra, appoggiato al pianoforte, o sopra al pianoforte; sulla credenza, in equilibrio instabile…". "Un dipinto praticato e usato – commenta il presidente di Ferrara Arte – che è entrato a far parte della vita di Toscanini". È bello immaginarsi Toscanini ‘stravaccato’ nel suo soggiorno, concentrato nello scovare una nota in un’opera, quella di Previati, che attinge dalla musica suscitando un senso di vibrante armonia: laico miracolo, considerando che, tutto sommato, non si parla certo di un quadro di grandi dimensioni. ‘Le Muse’, olio su tela realizzato nel 1902, appartiene ufficialmente a Ferrara: il dipinto, infatti, è stato donato dalla Fondazione Giuseppe Pianori alle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara. "La nostra città – spiega l’assessore alla cultura, Marco Gulinelli – celebra un altro importante momento, che incrementa le nostre collezioni civiche: da diversi anni la città investe sullo studio e la valorizzazione degli artisti ferraresi di rilievo, tra cui anche Previati".
Si amplia, quindi, il corpus di opere di Gaetano Previati di proprietà delle Gallerie, un corpus che già contava 138 pezzi tra dipinti e disegni. Ma l’approdo a Ferrara è solo l’ultima delle tappe di un lungo viaggio che il dipinto ha dovuto affrontare. Sappiamo che il ‘bozzetto’ viene esposto per la prima volta nel 1902-03, in un’importante mostra collettiva alla Permanente di Milano, dove figura come "studio ad olio". Nel 1906, Enrico Corradini dedica a Previati un articolo sulla ‘Nuova Antologia’ e menziona ‘Le Muse’. Entro il 1920, poi, l’opera deve essere entrata a far parte della collezione Toscanini. "Si apre un capitolo di riflessione sul dialogo tra le arti (pittura e musica) – afferma Chiara Vorrasi, conservatrice delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea – quest’opera trasforma un tema letterario in forme quasi musicali, leggère come il vento". Dalla collezione di Toscanini, quindi, il quadro finisce negli Stati Uniti, dove è stato restaurato, tanto da renderne illeggibile la firma.
Una volta tornato in Europa – e data la disponibilità di un gallerista – è stato possibile confrontare l’opera con una sua foto, scattata prima del 1914 (presente nell’archivio fotografico Previati, acquistato dal Comune nel 2021 grazie ai fondi del ministero): foto che ha permesso di confermare la paternità del dipinto. "Nel 2023 la Fondazione Pianori entra nel quarantesimo anno dalla sua nascita – così il presidente, Giovanni Polizzi – in questi decenni, abbiamo donato 68 opere ai musei civici (tra cui De Pisis, Previati, Boldini) che in totale sono costate un milione di euro: credo che le azioni di Giuseppe Pianori, grande benefattore cittadino, figura che oggi manca a questa città, meritino il plauso di tutti noi".
Nessun commento:
Posta un commento