Corrado Zunino, l'inviato di Repubblica rimasto ferito a Kherson, in Ucraina, "ha ignorato gli avvertimenti dei militari ucraini". E' quanto sostiene il Comando operativo sud dell'Esercito ucraino, secondo cui Zunino "non ha informato del suo lavoro nella città" gli ufficiali responsabili per la stampa e "una volta sul posto ha ignorato i primi avvertimenti dei militari ucraini sul pericolo".
Zunino, "in quanto capo" del gruppo, era "obbligato" a verificare che il fixer Bogdan Bitik "non solo indossasse un giubbotto con la scritta 'press', ma anche un giubbotto antiproiettile". "L'italiano ha violato le regole di condotta dei giornalisti in conflitto - aggiungono - In qualsiasi caso, uccidere o ferire giornalisti è un altro crimine di guerra della Russia".
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La direzione di “Repubblica” prende atto delle dichiarazioni del Comando operativo sud dell’esercito ucraino, sottolinea come Corrado Zunino, munito di documenti lasciapassare per la zona di Kherson regolarmente chiesti e rilasciati dalle autorità militari ucraine, abbia improntato il suo comportamento al rispetto delle regole di condotta dei media in zona di guerra, e condivide con le autorità ucraine l’interesse a chiarire ogni aspetto di quanto accaduto sul ponte Antonovsky nella giornata del 26 aprile. A tal fine attende il rientro in Italia del suo inviato. La direzione di “Repubblica” coglie l’occasione per ringraziare lo spirito di collaborazione e amicizia dimostrati dal governo, dalle forze armate così come dal personale sanitario ucraini nel garantire a Corrado, sin dai primi istanti, ogni cura necessaria alla sua salute e alla sua incolumità. Infine, ma non per questo meno importante, la direzione di “Repubblica” torna ad esprimere il suo più profondo cordoglio alla famiglia di Bogdan Bitik per la tragica scomparsa del loro caro.
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