sabato 5 marzo 2022

Putin e la sua corte di 'paperoni' così fanno il bene del popolo russo ( da Corriere della sera, di Anrea Galli)

 Amico, socio, allievo di Roman Abramovic, Victor Kharitonin, magnate nel campo farmaceutico, aveva conosciuto la Franciacorta e i suoi vini in un viaggio del 2018, partendo dalla base del lago di Garda; il tempo di sorseggiare e già pianificava l’operazione, poi completata con l’acquisto dell’azienda agricola «Monzio Compagnoni» di Adro (detiene il 95% delle quote), lasciando la guida a un coetaneo kazako, a sua volta con ruoli in una società avente sede a Milano nella centralissima via Hoepli, che gestisce alberghi del lusso a Cortina d’Ampezzo, nonché protagonista di esosi investimenti in località marittime. 

 

La geografia russa in Lombardia

La geografia potrà d’impatto apparire labirintica, ma offre una prima coordinata. Come confermato in queste ore dal congelamento delle ville sul lago di Como del presentatore Vladimir Roudolfovitch Solovyev, sono due in Lombardia le aree di maggior insediamento degli uomini del «cerchio magico» di Putin sotto attacco finanziario: il Lario e i lembi della provincia bresciana verso il Veneto. Zone dove sta avvenendo una fisiologica controffensiva, con la cessione di immobili a prestanome, se non con la vendita diretta degli stessi. Incassare e sparire. Tre le differenti e autorevoli fonti che lo confermano al Corriere. 

 

Igor Makarov e Viktor Vekselberg

Il Garda ci porta ad altri due nomi pesanti: Igor Makarov e Viktor Vekselberg. Il primo era stato accostato per anni a «Villa Bober», a Desenzano del Garda, oggetto del desiderio di imprenditori locali; quanto a Vekselberg, a lui ricondurrebbe il «Grand Hotel Villa Feltrinelli», dimora di Benito Mussolini ai tempi della Repubblica sociale. Scriviamo ricondurrebbe poiché il legame viene sì dato per certo però l’oligarca non compare nella «carta d’identità» della società. Si ipotizza che dietro l’holding cipriota proprietaria dell’albergo di lusso, che peraltro ha parecchie volte ospitato lo stesso Vladimir Putin, ci sia proprio lui, Vekselberg, uomo assai attivo a Milano in virtù di precedenti esperienze in una società energetica.

 

Le residenze a Campione d’Italia

Se vi saranno prossime mosse, non è dato sapere. Ogni giorno, con una frequenza che va aumentando, da Bruxelles arrivano negli Stati membri le liste aggiornate con trenta, quaranta ulteriori nomi da colpire; liste affidate alla Guardia di finanza e poi veicolate su scala nazionale, con l’obiettivo di condurre accertamenti, confronti, ricerche, e con il fine ultimo di procedere. In tempi così tragici, cupi e confusi, la caccia è senza sosta e intensa, anche se naturalmente occorrono distinguo: per esempio, non è fisiologico che partano misure anche contro i quattrocento russi che, beneficiando di un particolare regime fiscale, hanno preso residenza a Campione d’Italia: evidente che non sia un processo osmotico la loro eventuale totale aderenza a Putin e che, di conseguenza, finiranno per forza nella lista nera. Lista nera nella quale Solovyev occupa la posizione numero 230. Nel suo caso parliamo di una villa da 6 milioni e mezzo di euro a Pianello del Lario, in località Crotti; una residenza acquistata e rimessa a nuovo, alla quale il magnate ha aggiunto altre proprietà immobiliari a Menaggio e Griante. 

 

Le ville di Como congelate a Solovyev

La Finanza di Como ha notificato il provvedimento alla direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate, che deve provvedere a trascrivere gli atti al Catasto per rendere effettivo il congelamento. La sanzione prevede il divieto per il presentatore di venderli, affittarli e utilizzarli per ottenere fondi. Nel suo programma «The Evening»,  nei giorni scorsi Solovyev si era sfogato proprio parlando del timore di non poter più accedere alle magioni in Lombardia, paragonando le sanzioni a quelle applicate durante la Guerra Fredda e affermando pubblicamente di aver pagato le sue proprietà e le relative tasse: «Ad ogni transazione portavo documenti che dimostravano il mio stipendio ufficiale, il reddito, ho fatto tutto. Le ho comprate e ho pagato una quantità pazzesca di tasse. E all’improvviso qualcuno decide che io sono nell’elenco delle sanzioni. E subito colpiscono il mio immobile. Chi ha detto che l’Europa ha diritti di proprietà sacri?». In quella lista, di Solovyev si legge: «Noto per il suo atteggiamento estremamente ostile nei confronti dell’Ucraina… Pertanto è responsabile del sostegno ad azioni o politiche che compromettono l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina».

 

Il legame dei magnati con Vladimir Putin

Un analista della Finanza, nell’ambito di una lettura più ampia possibile, consiglia di non inquadrare i russi — anzi, ipotetiche le degenerazioni di criminalità non soltanto finanziaria — in una mappa schematica, a differenza, per dire, delle cosche della ’ndrangheta oppure delle bande cinesi, che hanno territori di dominio e manovra. Nati in una nazione di assoluta corruzione, di rigide dipendenze da Putin che ha garantito la prosperità, gli uomini russi di potere sono broker che muovono spaventosi flussi, acquistano e rivendono società, lavano il denaro sporco. Dopodiché, la vita privata è un’altra questione. E per vita privata s’intendono sia la scelta di prendersi ville sia quella di concedersi «passatempi» quali vigneti e hotel. Come Vekselberg, venuto al mondo in Ucraina. E come altri, che stanno organizzando «ambasciate» da interlocutori istituzionali per ribadire che sono contro la guerra; chiedono protezione; recitano una parte affinché le voci si diffondano e, magari, evitino future offensive contro i beni. 

 

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