giovedì 31 marzo 2022

Anna Netrebko, senza essere richiesta, condanna la guerra in Ucraina. Se ne è convinta in fretta per non rischiare di essere radiata per qualche tempo da tutti i teatri in Occidente

 Si è  convinta solo ora a condannare l'invasione dell'Ucraina?  Come mai non  lo ha fatto un mese fa quando l'invasione è iniziata, e le è stato richiesto a più riprese ed in diversi modi di condannare la guerra russa in Ucraina? 

Allora, evidentemente non era convinta; e, addirittura, si era opposta duramente alla richiesta delle istituzioni occidentali che esigevano dai musicisti una condanna della guerra. Si  era spinta anche a difendere il suo scopritore e sodale Valery Gergiev, amico dichiarato e sostenitore di Putin, che mai e poi mai, dopo i favori da lui ricevuti, avrebbe avuto il coraggio di dissociarsi da lui e di condannare l'invasione dell'Ucraina.

 Ambedue, assieme a molti altri, furono banditi dalle istituzioni musicali d'Occidente. Gergiev, a differenza della Netrebko, ha, comunque, un teatro nel quale può continuare tranquillamente la sua attività in patria, anche se il rombo dei bombardamenti stride con qualunque musica al Mariinskji; ed anzi in Russia si è ora allargata, dopo che è stato nominato direttore anche del Bolshoi.

 La Netrebko per non fare la figura che poi ha fatto, dichiarò di volersi  per qualche tempo riposare. Solo per non dire che tutti i teatri avevano cancellato le sue partecipazioni - cosa che fecero  immediatamente tutti in Occidente.

 Ora, dopo un mese appena, quel riposo mascherato le sta troppo stretto, e la infastidisce la constatazione che quel suo rifiuto a condannare la guerra in Ucraina, le sta costando uno stop della carriera, con relativa perdita di entrate che nel suo caso non sono di poco conto. Ma Lei non lo fa certo per i soldi (??????)

 E allora, ritrova l'uso della parola e riacquista la forza di condannare l'invasione russa dell'Ucraina. Condanna della quale - così dice ora - lei è stata sempre convinta ma che non ha espresso per opporsi al principio  che si voleva  gli artisti  obbligati ad esprimere le proprie convinzioni politiche. Non sempre, ma in certe occasioni, come la presente, sono tenuti ad esprimerle, anche non richiesti.

Questa sua condanna tardiva, sebbene le faccia onore, si accompagna a clamorose bugie riguardanti i suoi rarissimi - li ha definiti così - rapporti con Putin, per il cui sostegno, indiretto,  donò al teatro di una città del Donbass una bella cifra. Si trattò sicuramente di un appoggio ad un teatro che se la passava non certamente bene, da parte di una cantante. Cosa normalissima, ma i tempi di quel suo appoggio restano sospetti.

Non invochiamo vendetta, suggerendo alle istituzioni  di tenere ancora chiuse le porte in faccia alla Netrebko, benché se le sia meritate.

 Comunque si sappia che noi, per quel che vale il nostro parere, siamo fermamente convinti che la musica lirica possa andare avanti anche senza la Netrebko e che la lezione ad assumersi le proprie responsabilità, pena l'ostracismo in Occidente, alla cantante  avrebbe fatto bene. Mentre sappiamo che già a maggio proprio Lei dovrebbe tenere un recital alla Scala, dove  avrà certamente da sopportare anche fischi. Il Met, a differenza dea Scala, non dà molto credito alla sincertià di questa condanna, che ritiene tardiva e interessata, e la tiene ancora alla larga. Fino a quando'. Gelb non l'ha detto. 

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