mercoledì 23 marzo 2022

Maurizio Molinari, direttore di 'Repubblica', affida a Augias la difesa di Morricone e della di lui musica assoluta'

 In questi giorni si sta discutendo - diciamo che è La Repubblcia  che lo fa, da tre giorni - della attuazione che gli amministratori dell'Auditorium 'Parco della Musica'  non hanno dato alla intitolazione del complesso a Ennio Morricone, decisa dal Consiglio Comunale dell'era Raggi, con delibera unanime, e che si concretizzò, per intanto, su una misera targa trasparente apposta sotto il porticato dell'Auditorium, dove è restata, senza riverberarsi sul sito dell'Auditorium, dove della suddetta intitolazione non c'è traccia.

 Noi abbiamo già detto come la pensiamo: tutta colpa della sciatteria  che si mette in ogni cosa; perciò tutta la colpa non è degli ignari amministratori attuali che avranno avuto altro da pensare ed ai quali nessuno, dopo lo scoprimento di quella misera targa, ha detto di dar seguito pratico alla intitolazione.  In questa storia di normale sciatteria italiana, ci guadagnerà Gualtieri - lo abbiamo scritto ieri - che, volendo cambiare i vertici dell'Auditorium, ora ha un appiglio in più per farlo.

 Ma non è  di questo che vogliamo scrivere oggi, bensì della difesa d'ufficio che Augias si è assunto - ma  forse gliel'ha chiesto Molinari, ritenendo che il giornalista, promosso a professore di musica dal direttore di Rai Tre gli ha affidato una serie di trasmissioni sull'argomento - riguardante la musica 'assoluta' di Morricone e il suo nome, che certamente bisogno non hanno di tanto avvocato.

 Augias difende la musica per film e la sua dignità, e da professore di musica censura  chi sostiene che il cinema, con la musica che lo accompagna, è l'opera del ventesimo secolo, e aggiunge che se  Mozart o chiunque altro musicista del passato fosse vivo oggi, non scriverebbe opere, bensì lavorerebbe per Cecchi Gori o Weinstein produttori.

 Augias ribatte che si tratta di cose differenti; ma poi critica i rappresentanti dell' Accademia   che non intendono attribuire alla musica per film dignità pari a qualunque altra musiac, pur riconoscendone la diversità di funzione.

 E poi si lancia nella difesa della musica cosiddetta 'assoluta' di Morricone.

 Noi crediamo, anzi siamo convinti che la guerra che secondo Augias l'Accademia in passato ha fatto a Morricone, nasceva dalla constatazione  del successo di Morricone che riempiva arene e grandi spazi che all'Accademia certamente non riusciva. 

Come ha sempre invidiato anche altri successi, sebbene di diverso genere. Un esempio per tutti Menotti che è stato sempre snobbato, perché  di quel gioiello del Festival di Spoleto il successo faceva invidia a tutti. Menotti ci scherzava su ed anzi se ne fotteva, troppo intelligente per dargli corso, come del resto faceva Nino Rota. Morricone, invece, se ne era fatto un cruccio. Anche se negli ultimi anni, venti o trenta, era  considerato  unanimemente un ottimo musicista ed ha avuto tutti gli onori e riconoscimenti che meritava, Oscar compreso  E, fatto assolutamente non secondario, ha guadagnato,  forse più di quanto non abbiano mai guadagnato tutti i rappresentanti dell'Accademia, suoi critici, messi insieme

 C'è da aggiungere, però,  che se uno pensa a tanti 'autori' di musiche per film, di nessun valore, forse può capire in parte la diffidenza dell'Accademia verso la musica per film; ma ciò, in nessun caso,  poteva impedire di capire che la musica di Morricone per altissima qualità artigianale, si poneva al di sopra di moltissime altre. Augias si cimenta addirittura nella sottolineatura della qualità strumentale di Morricone. Grazie Augias per la sottolineatura. 

 Poi, volendo osare e per dar peso alle sue argomentazioni,  Augias tira fuori un famoso episodio che vede protagonista Gershwin del quale molti musicisti cosiddetti 'classici' apprezzavano la qualità e l'originalità, consigliandogli di continuare sulla medesima strada, quando il diretto interessato chiedeva loro di insegnargli la musica 'accademica'. Ed anche per Gershwin faceva fede la ricchezza raggiunta in poco tempo. 

 E, fra gli estimatori di Gershwin, cita Stravinsky, mentre per quel  famoso episodio la storia assicura che fa capo a Ravel;  e del resto lo stesso Stravinsky, come anche Schoenberg tirato a sua volta in ballo, sconfessarono il loro coinvolgimento.

Bastava al professor Augias spulciare la rete per non incorrere nell'errore. Siccome non l'ha fatto, perchè non ha tempo ed era sicuro di quel che aveva sentito dire,  lo facciamo noi per lui, riproducendo qui sotto quel che si può leggere agevolmente in rete in più di un sito.


                                                             *****

...L’apprezzamento dei suoi (di Gershwin) conterranei è assolutamente inferiore rispetto a quello che Gershwin si vedrà riconoscere dai famosi musicisti europei. Uno di questi è Maurice Ravel che Gershwin incontra in occasione di un viaggio a Parigi. Quando chiede, e ottiene, l’onore di incontrare il grande maestro, Gershwin gli domanda se può diventare suo allievo. La risposta di Ravel è immediata e senza possibilità di replica: “E perché mai? Per imparare a suonare come Ravel? Continuate a suonare come Gershwin!...


...A metà degli anni '20, Gershwin rimase a Parigi per un breve periodo di tempo, durante il quale si iscrisse allo studio della composizione con la nota Nadia Boulanger, che, insieme a diversi altri potenziali tutor come Maurice Ravel, lo rifiutò, temendo che il rigoroso lo studio classico avrebbe rovinato il suo stile influenzato dal jazz. La lettera di rifiuto di Maurice Ravel a Gershwin gli diceva: "Perché diventare un Ravel di seconda categoria quando sei già un Gershwin di prim'ordine?" Mentre era lì, Gershwin ha scritto Un americano a Parigi. Questo lavoro ricevette recensioni contrastanti alla sua prima esecuzione alla Carnegie Hall il 13 dicembre 1928, ma divenne rapidamente parte del repertorio standard in Europa e negli Stati Uniti...

Quando Ravel ha sentito quanto Gershwin ha guadagnato, Ravel ha risposto con parole come "Dovresti dare me lezioni. "(Alcune versioni di questa storia presentano Igor Stravinsky piuttosto che Ravel come compositore; tuttavia Stravinsky ha confermato che originariamente aveva ascoltato la storia da Ravel...


...Gershwin è stato incuriosito dalle opere di Alban Berg, Dmitri Shostakovich, Igor Stravinsky, Darius Milhaud e Arnold Schoenberg. Ha anche chiesto a Schoenberg lezioni di composizione. Schoenberg si rifiutò, dicendo: "Ti farei solo un cattivo Schoenberg, e sei già un così bravo Gershwin". (Questa citazione è simile a quella attribuita a Maurice Ravel durante la visita di Gershwin in Francia nel 1928 - "Perché essere un Ravel di seconda categoria, quando sei un Gershwin di prim'ordine?")...


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 Come si vede tutte le testimonianze concordano su Ravel. Ma forse Augias è in possesso di notizie riservate che conosce solo lui, e nessun altro al mondo. E  allora ce le dica,  per dare a noi la possibilità di correggere tutte le fandonie che sull'argomento si sono lette fino ad oggi. ma che concordano sul fatto che una parte autorevole dell'accademia musicale classica, diciamo così,  considerasse Gershwin un grande musicista.  


 


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