La repubblica di oggi, torna sulla intitolazione dell'Auditorium 'Parco della Musica' a 'Ennio Morricone', voluta dall'ex sindaca Raggi, che allo scopo, nel luglio scorso, ad un anno esatto dalla scomparsa del musicista, fece porre una targa all'interno dell'Auditorium sotto il grande porticato di accesso. Si ricorderà che, all'atto dello scoprimento della targa, la bandiera di Roma che la copriva non voleva venire giù, e ci fu bisogno di qualcuno che raggiungendola con una scala materialmente la strappasse.
Al netto dell'incidente - uno dei tanti occorsi alla sindaca ( memorabile un'altra intitolazione dedicata all'ex presidente della Repubblica Ciampi, in cui il nome Azeglio sulla targa ricordo, mancava della 'g') - già allora noi ci chiedevamo come si sarebbero distinti i due auditorium intitolati al musicista, giacchè c'era già quello dell'Università di Tor Vergata. senza aggiungere che in quella occasione la Raggi disse che avrebbe intitolato a Morricone anche una via od una piazza, o magari l'una e l'altra.
Tanta passione per Morricone non ci risultava albergare di suo nel cuore della Raggi, e dunque tutto nasceva dalla constatazione che il musicista, notissimo per le sue colonne sonore, era rimasto nel cuore di tutti, e dei cuori di tutti lei intendeva, a scopo di profitto elettorale, farsi interprete.
Prima della Raggi, un'altra gara s'era svolta per la intitolazione dell'inutile 'Ponte della Musica', voluto da Veltroni ma pagato co i soldi pubblici, fino a che si scelse un musicista fra i meno noti nel mondo, tra quelli legati ad una città come Roma, e cioè Armando Trovajoli.
Passi tutto questo, oggi - dicevamo - La repubblica è tornata sulla intitolazione dell'Auditorium 'Parco della Musica' a Ennio Moricone, sull'onda del recente successo di pubblico del film documentario di Giuseppe Tornatore dedicato all'amico musicista, ed anche per segnalare che quella intitolazione non ha avuto un seguito. Di essa non vi è traccia nel sito dell'Auditorium, ed ancor oggi l'Auditorium viene indicato semplicemente come 'Parco della Musica' oppure 'di Renzo Piano', per onorarne l'architetto.
Repubblica rispolvera anche la delibera del Consiglio comunale che ne sanciva la intitolazione ma alla quale non si è dato seguito, e riflette che dalle parti dell'Auditorium, fortino dell'Accademia di Santa Cecilia, al 'cinematografaro' Morricone non si è dato mai molto peso, salvo che negli ultimi anni della sua vita, e dopo gli Oscar.
Morricone, che negli ultimi anni di vita, era presente in quasi tutte le stagioni ceciliane, nella doppia veste di compositore e direttore d'orchestra, lo era perché riempiva la Sala grande del complesso, e non per sopraggiunto apprezzamento del musicista.
Vero o non vero che sia, la stessa sorte l'Accademia ha riservato a tanti altri musicisti di uguale se non superiore valore di Morricone - e scusateci se facciamo classifiche, sempre odiose.
Santa Cecilia per decenni non ha mai invitato Pierre Boulez, che a Roma veniva sempre alla Filarmonica, e la stessa cosa si potrebbe anche dire per Strawinsky ed anche per Henze, al quale l'Accademia commissionò per la prima volta un lavoro che aveva oltre ottant'anni, e poco dopo morì.
Per restare poi nello stesso ambito di attività di Morricone, forse che la sorte toccata a Nino Rota è diversa? Certo che no, e si badi bene che Rota oltre alle centinaia di colonne sonore ha scritto anche opere - una delle quali, fortunatissima, è spesso in cartellone ( Il cappello di paglia di Firenze) - ed uno straordinario Oratorio: Mysterium (catholicum) che, vivente l'autore, Santa Cecilia ( nell'Auditorium di via della Conciliazione) l'ha fatto eseguire, ma che dopo la sua morte è caduto nel dimenticatoio, immeritatamente.
Di questo oratorio noi abbiamo parlato anni addietro sia a Riccardo Muti (che addirittura manco lo conosceva, pur dichiarando debito di riconoscenza al grande compositore) che a Pappano, e ad ambedue abbiamo inviato copia dello spartito che ci regalò Rota e che custodiamo gelosamente. Credete che qualcuno se ne sia mai occupato? Nessuno, eppure a Santa Cecilia è approdato nel consesso degli Accademici, una secchiata di 'aitanti' compositori, convogliati dal compositore di 'grandi speranze' che è dall'Ongaro, al vertice da due mandati.
La politica dell'Accademia la conosciamo bene e dunque non ci meravigliamo. I compositori di oggi vengono solleticati dai vertici, in funzione elettorale, per assicurarsi cioè un voto a favore alle successive tornate elettorali interne. Quelli defunti, anche ieri, non possono più votare.
Comunque, nel caso di Morricone, se di distrazione si tratta, la colpa è del Comune più che dell'Accademia, alla quale tutto sommato non importava granché che l'Auditorium fosse intitolato a Morricone, nè le avrebbe procurato qualche danno di immagine.
Non gli frega nulla delle intitolazioni a Gualtieri, mentre gli frega assai degli amministratori delle stesse grandi istituzioni culturali, perchè creano consenso. A cominciare dal complesso dell'Auditorium, i cui vertici egli vuole comunque rinnovare anche prima della scadenza del mandato di quelli attuali, e nonostante che, a favore della permanenza di Monda, direttore della Festa del Cinema, si siano levate diverse voci del cinema mondiale.
Buona parte degli amministratori, sono poco interessati a certi aspetti del vivere civile e sociale. La gran parte di essi mira soprattutto, ad arraffare per sè o per i propri servitori tutto quanto è possibile, finché amministrano il potere. Una targa, una intitolazione...che saranno mai?
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