sabato 26 marzo 2022

Due movimenti di opinione si stanno facendo largo in Occidente nei confronti della Russia che ha invaso l'Ucraina. Ambedue folli

Si può immaginare che, a causa di una guerra scatenata da un folle sanguinario dittatore di una grande nazione, il mondo intero metta una croce sopra  tutto ciò che da quella nazione proviene o che ad essa fa riferimento o rimanda?  Sarebbe pura follia. Eppure sembra ci si stia incamminando su questa strada, se è vero ( vedi post precedente) che in molti paesi specie dell'Occidente, si sta danda la caccia al 'russo' anche se ignaro e a tutto ciò che rappresenta quella nazione, dal caviale alla vodka (di cui si può fare a meno e vivere tranquilli e beati), al gas (del quale purtroppo a meno non si può fare, mentre serve riflettere sul fatto che la nostra dipendenza totale o quasi da quello russo è stato un regalo che ci hanno fatto i governi degli amici italiani di Putin, il sanguinario dittatore), e giù giù fino a tutto quello che 'sa' di russo: musica, arte, letteratura, spingendosi addirittura a non voler avere più rapporto alcuno anche a coloro che, più semplicemente, sono di passaporto russo, come tanti ignari cittadini che certamente non approvano la guerra di Putin. Una follia bella e buona.

 Non si può non aggiungere che se ora e da molti anni ormai la Russia è governata dal  dittatore Putin, questo si deve anche ai cittadini russi che nel tempo dopo averlo eletto (con elezioni democratiche?) ne hanno confermato e rafforzato il potere e che oggi, in dissenso con lui, faticano a trovare il modo per rovesciarlo.

Pur condividendo tutto ciò non si può cancellare con un tratto di penna, per colpa di un dittatore assassino, la storia  la cultura l'arte millenari di quel grande paese E' evidente, perciò, che questa follia deve finire. Non può assolutamente continuare, ci danneggia e, perciò, non serve.

Poi, invece, c'è un altro movimento di opinione in Occidente che ha per scopo l' appoggio a quanti della intellighenzia russa vengono ostracizzati dalla nostre istituzioni culturali e di spettacolo.  Per intenderci quella cerchia di artisti che si sono sempre dichiarati al fianco di Putin, suoi sostenitori ed estimatori e che oggi,  dopo la guerra criminale sferrata dal loro amico dittatore, nel timore di perdere privilegi ed agi che tale amicizia ha loro procurato nel tempo,  faticano a dissociarsi da lui ed  a condannare la guerra.

 Per loro, a nostro parere, non si deve avere nessuna considerazione e nessuna pietà. A noi i Gergiev e le Netrebko non ci fano nessuna pena, nè ci procurano alcun pensiero, a differenza di tanti russi che con la guerra non c'entrano ma ne subiscono le conseguenze e verso i quali, lo abbiamo dichiarato, nutriamo tutta la comprensione possibile.

 La differenza fra Gergiev, amico di Putin che vive nel suo asilo dorato di San Pietroburgo dove il dittatore gli ha costruito una reggia a sua misura,  ed un cittadino qualunque che deve subire, nonostante sia contrario alla guerra, le conseguenze delle sanzioni occidentali, è abissale. Gergiev, indesiderato in Occidente, si chiuda a cbhiave nella sua reggia e continui da lì a praticare la sua professione di musicista, il cittadino qualunque non può nulla opporre alle sanzioni delle quali deve subire tutte le conseguenze che per Gergiev, al contrario, si riducono alla sua permanenza 'forzata' in Russia e basta.

Per la Netrbeko le cose sono legegrmente differenti, anche se ugualmente repsosnabili. Lei vive a Vienna- come mai non ha preferito restare in Russia, la sua patria ed il cui dittatore è tuttora oggetto della sua stima? Lei poi è sposata con un artista nato a Baku, in Azerbagian, che in Occidente continua a cantare, pur essendo a Lei legato dal matrimonio. A dimostrazione che con chi  non dimostra, nè mai ha dimostrato in pubblico - come invece ha fatto sua moglie - simpatie per il dittatore, l'Occidente non chiude le sue porte, solo perchè sposato ad una sostenitrice di Putin.

 L'Occidente, nel caso di Gergiev, Netrebko e soci, dovrà fare a meno della loro arte, certo ma potrà comunque sopravvivere facendosene una ragione. Ci sono già tanti artisti e tanti altri ne nasceranno per cui il mondo  non risentirà della assenza dei due. E i nostri due potranno sopravvivere anche bene, perhcè sono ricchissimi - Gergiev  è straricco ed ha proprietà in molte parti del mondo, Italia compresa -  anche senza lavorare per qualche tempo ed anche per molto.

 E dopo? Un giorno la guerra finirà, speriamo presto e con sempre meno vittime civili e militari, Putin sarà magari spodestato o fatto fuori, allora Gergiev, Netrebko e soci che faranno?  Per salvare la faccia verranno a dirci che loro, pur volendolo, non hanno potuto dissociarsi dalla guerra e condannare l'operato dell'amico dittatore - nessuno gli crederà, perché  si sa quanto la vigliaccheria  possa albergare anche negli animi dei cultori di bellezza! - pena la minaccia di sanzioni interne nei loro confronti. Quand'anche fosse, nulla può tornare come prima. Sulla loro fedina 'artistica' ci sarà sempre una macchia difficile da cancellare ed impossibile da dimenticare.

 Questa guerra cambierà anche la loro vita futura, per tutto c'è un prezzo da pagare.

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