Un Pil in crescita quasi impercettibile (0,1-0,2%) e un debito pubblico che continua a salire verso quota 133%. Sono alcune delle prime indicazioni attese dalle stime economiche di primavera della Commissione europea sui conti pubblici dell'Italia, in arrivo martedì 7 maggio 2019. In uno scenario complessivo caratterizzato da molte incertezze, le previsioni di Bruxelles saranno improntate alla cautela. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, la Brexit e l'esito delle elezioni europee sono i principali fattori destinati a incidere, oltre al fatto che entro la fine dell'anno cambieranno anche i vertici della Bce.
GLI INVESTIMENTI NON DECOLLANO
La crescita dello 0,2% registrata dall'Istat nel primo trimestre, che ha segnato l'uscita dell'Italia dalla recessione tecnica, è la metà della media della Zona Euro e potrebbe rivelarsi effimera se effettivamente fosse il risultato di un rimbalzo delle esportazioni e della ricostituzione delle scorte di magazzino da parte delle aziende. Il vero problema è rappresentato dagli investimenti: quelli delle imprese restano al palo e Bankitalia ha già segnalato che i rischi per la stabilità finanziaria derivanti dalla congiuntura economica sono in aumento, mentre l'alto debito pubblico rende l'economia italiana particolarmente esposta. Nel frattempo lo spread Btp-Bund spinge verso l'alto i tassi bancari, con conseguenze sull'accesso al credito.
IN AUTUNNO I NODI VERRANNO AL PETTINE
Nelle stime Ue il rapporto deficit/Pil non dovrebbe allontanarsi dal 2,4% già previsto dal governo M5s-Lega, ma potrebbe essere più alto. Il 5 giugno Bruxelles dovrà poi valutare anche il rapporto debito/Pil, aumentato al 132,2% nel 2018. Secondo l'esecutivo di Roma crescerà anche nel 2019 al 132,6%, ma l'Italia con ogni probabilità eviterà di entrare in procedura d'infrazione almeno fino al prossimo autunno, quando dovrà uscire allo scoperto presentando la manovra per il 2020 e le soluzioni che intende adottare rispetto all'aumento dell'Iva, al momento messo nero su bianco nel Def. In autunno potrebbe arrivare la richiesta di una correzione strutturale dello 0,6% del Pil: 10,6 miliardi di euro, che si aggiungerebbero ai 23 miliardi necessari per sterilizzare le clausole di salvaguardia.
LO SPREAD RISALE
Lo spread tra Btp e Bund a 10 anni ha chiuso in netto rialzo a 266 punti, dopo le stime della Commissione europea sulla crescita e i conti pubblici italiani. Il rendimento è al 2,62%. Nella seduta precedente aveva chiuso a 257 punti.
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