E siamo al commissariamento della Fondazione che organizza il Festival di Ravello, deciso dal pittoresco presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il quale ha inviato a Ravello il direttore appena licenziato, per fine mandato, dalla Reggia di Caserta, Mauro Felicori che negli anni passati aveva allestito melodrammi e concerti sontuosi che il principe, De Luca, si pagava con i suoi soldi, che tradotto vuol dire: soldi pubblici, per autocelebrarsi.
Adesso però ci interessa Ravello ed il suo storico festival ( non tanto la reggia sulla cui gestione è piovuta la critica di eccessiva mercificazione), dal vertice del quale erano passati, negli ultimi decenni, in tanti, da De Masi - che aveva i soldi del Monte dei Paschi - a Brunetta - al quale i soldi ( 2 milioni circa di Euro?) li dava il predecessore di De Luca, Stefano Caldoro, del suo stesso partito e, infine, Baffettone - scherziamo: Maffettone - il filosofo, uomo di De Luca che, evidentemente, anche agli occhi del principe, ha fallito la missione perciò è stato rimosso e sostituito dal commissario Felicori che ha assunto pieni poteri, e il cui mandato è però di breve durata - al massimo un anno, meglio sei mesi.
(Da Ravello, ci è passato, negli anni scorsi , con incarico dirigenziale, anche Catello De Martino, trombato per buco di bilancio all'Opera di Roma, nativo di quelle terre).
Felicori ha già un'idea chiara su come muoversi per riportare il pubblico e risanare il bilancio: Ravello sarà una specie di 'stagione estiva' del Teatro San Carlo di Napoli e del Teatro Verdi di Salerno, feudo di cui il principe ha la titolarità; il festival deve abbracciare un più lungo periodo, dalla primavera all'autunno, stagioni durante le quali a Ravello e dintorni c'è clima estivo, propizio per l'arrivo di turisti, affascinati da uno dei luoghi più belli e suggestivi del mondo.
Da Ravello ci sono passati in molti, in una girandola continua, ciascuno lasciando la propria impronta di poco o nessun pregio, sia artistico che imprenditoriale. In tutta evidenza.
In anni non lontani s'era fatto largo un giovane promettente che , zito zitto, aveva scalato tutti i gradi del potere, come fa un delfino alla corte del principe; poi era caduto in disgrazia ed era stato mandato via. Allora ma solo allora lui si era chiesto: perché mai? -che però non si era chiesto quando aveva cominciato l'ascesa
(questo accadeva soprattutto durante il regno di Brunetta, principe 'piccolo', che a Ravello aveva voluto fare la sua festa di nozze ed aveva comprato una dépendance che aveva addobbato come un palazzo nobiliare, trasferendovi la sua corte.
Nel periodo di suo regno, Brunetta, aveva abiurato alla sua convinzione che la cultura era uno spreco di denaro, giustificandosi che lo era quando il denaro lo sprecavano gli altri, lui no.
Poi all'arrivo di Baffettone era stata messa in piedi una sorta di trio artistico, benedetto in parte da De Luca (non nascondiamocelo) incaricato di allestire musica balletto e jazz. Un uomo e due donne: Alessio Vlad, Laura Valente e Rita Marcotulli. Anche questa via, come Baffettone!
Felicori ha detto che non sa ancora se avvalersi o meno di un direttore artistico, vedrà; ma certo se deciderà, per questa prima stagione ormai alle porte, di contare sulla trasferta del San Carlo e del Teatro Verdi, a che gli serve un direttore artistico?
Ha anche detto che le orchestre straniere che gli anni passati sbarcavano a Ravello costituivano un inutile spreco, dunque niente più; ed ha anche aggiunto che il famoso auditorium progettato da Niemeyer va sfruttato e non può restar chiuso per la gran parte dell'anno.
E noi aggiungiamo: i concerti all'alba o a mezzanotte all'aperto, a picco sul mare, erano una carnevalata , ed una idiozia assolutamente da cancellare. Non si può far suonare un'orchestra all'aperto, all'alba, schierandola su un belvedere a picco sul mare. Siamo matti!
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