giovedì 17 maggio 2018
Nuovo Governo. Bozza. Capitolo 27, pag. 36. La buona scuola. Belle parole, 'captatio benevolentiae' degli insegnanti, notoriamente di sinistra ed ora scontenti
"La scuola italiana ha vissuto in questi anni momenti di grave difficoltà. Dopo le politiche
dei tagli lineari e del risparmio, l’istruzione deve tornare al centro del nostro sistema
Paese. La buona qualità dell’insegnamento, fin dai primi anni, rappresenta una condizione
indispensabile per la corretta formazione dei nostri ragazzi. La nostra scuola dovrà essere
in grado di fornire gli strumenti adeguati per affrontare il futuro con fiducia. Per far ciò
occorre pertanto ripartire innanzitutto dai nostri docenti. In questi anni le riforme che
hanno coinvolto il mondo della scuola si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate,
come la c.d. “Buona Scuola”, ed è per questo che intendiamo superarle con urgenza per
consentire un necessario cambio di rotta, intervenendo sul fenomeno delle cd. “classi
pollaio”, edilizia scolastica, graduatorie e titoli per l’insegnamento. Particolare attenzione
dovrà essere posta al problema delle maestre diplomate.
Una delle componenti essenziali per il corretto funzionamento del sistema di istruzione è
rappresentata dal personale scolastico. L’eccessiva precarizzazione e la continua
frustrazione delle aspettative dei nostri insegnanti, rappresentano punti fondamentali da
affrontare per un reale rilancio della nostra scuola. Sarà necessario assicurare, pertanto,
anche attraverso una fase transitoria, una revisione del sistema di reclutamento dei
docenti, per garantire da un lato il superamento delle criticità che in questi anni hanno
condotto ad un cronico precariato, dall’altro un efficace sistema di formazione. Saranno
introdotti nuovi strumenti che tengano conto del legame dei docenti con il loro territorio
affrontando all’origine il problema dei trasferimenti (ormai a livelli record) che non
consentono un’adeguata continuità didattica.
37
Un altro dei fallimenti della c.d. “Buona Scuola” è stato determinato dalla possibilità della
“chiamata diretta” dei docenti da parte del dirigente scolastico. Intendiamo pertanto
superare questo strumento tanto inutile quanto dannoso.
Una scuola che funzioni realmente ha bisogno di strumenti efficaci che assicurino e
garantiscano l’inclusione per tutti gli alunni, con maggiore attenzione a coloro che
presentano disabilità più o meno gravi, ai quali va garantito lo stesso insegnante per
l’intero ciclo. Una scuola inclusiva è, inoltre, una scuola in grado di limitare la dispersione
scolastica, che in alcune regioni raggiunge percentuali non più accettabili. A tutti gli
studenti deve essere consentito l’accesso agli studi, nel rispetto del principio di
uguaglianza di tutti i cittadini.
La cultura rappresenta un mondo in continua evoluzione. È necessario che anche i nostri
studenti rimangano sempre al passo con le evoluzioni culturali e scientifiche, per una
formazione che rappresenti uno strumento essenziale ad affrontare con fiducia il domani.
Per consentire tutto ciò garantiremo ai nostri docenti una formazione continua.
Intendiamo garantire la presenza all’interno delle nostre scuole di docenti preparati ai
processi educativi e formativi specifici, assicurando loro la possibilità di implementare
adeguate competenze nella gestione degli alunni con disabilità e difficoltà di
apprendimento.
La c.d. “Buona Scuola” ha ampliato in maniera considerevole le ore obbligatorie di
alternanza scuola-lavoro. Tuttavia, quello che avrebbe dovuto rappresentare un efficace
strumento di formazione dello studente si è presto trasformato in un sistema inefficace,
con studenti impegnati in attività che nulla hanno a che fare con l’apprendimento. Uno
strumento così delicato che non preveda alcun controllo né sulla qualità delle attività
svolte, né sull’attitudine che queste hanno con il ciclo di studi dello studente, non può che
considerarsi dannoso".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento