Nel prossimo futuro possibile governo Cinquestelle-Lega, che Mattarella dovrà tenere a battesimo - sempre che decida per il sì, una volta lette le carte: il cosiddetto contratto firmato dai sigg. DiMaio e Salvini, e controllata la lista dei nomi e prima ancor il nome del premier - ci sono cose che ci fanno ancora dubitare della sua nascita.
Mattarella accetterà quel contratto bocciato sulla carta da schiere di esperti, eccetto quelli del Fatto che l'hanno approvato, pur con qualche riserva, e a seguire l'esercito dei votanti sulla piattaforma Rousseau - addirittura oltre 40.000 - e i votanti ai gazebo della Lega - quasi 200.000 comprendendovi i cittadini non elettori della Lega invitati da Salvini ad esprimersi - che, a detta della maggioranza, e le migliori loro intenzioni, ma mettedo da parte la confusione, creerebbe problemi con l'Europa e farebbe saltare i conti dell'Italia?
Questo è certamente il maggiore dei problemi che presenterebbe l'eventuale compagine che in queste ore pare si stia formando, alla viglia dell'incontro con Mattarella.
Ma ce n'è anche un altro non inferiore per gravità e peso politico. Chi sarà il premier, da chi sarà composta la squadra di ministri, chi avrà la responsabilità dei dicasteri chiave: economia, interni, esteri, ma anche scuola e università, lavoro, sviluppo economico, cultura... dicasteri questi ultimi sui quali il contratto è o reticente o generico.
Sarà Di Maio il premier? Salvini non vuole. Ma Di Maio, autoesclusosi senza convinzione, dice che il premier deve essere un politico. E qui i nomi proposti, messi in fila uno dopo l'altro, fanno letteralmente sconpisciare dalle risate. Ed è probabile che effetto analogo possano generare nel Presidente Mattarella.
Ma forse una ragione c'è nella proposta di questi signor nessuno, incompetenti ed inaffidabili per la carica di premier. I due capibastone vogliono guidare le danze e comandarli a bacchetta.
Solo che mentre Salvini deve ogni volta prima rendere conto a Berlusconi, per non rompere alleanze per le quali governa in molte parti d'Italia; Di Maio ha una fila di suggeritori alle spalle e dovrà sentirli tutti, prima di impartire ordini al suo premier fantoccio. Si chiamano: Casaleggio spa, Grillo, la Piattaforma Rousseau che parla via internet e chissà quanti altri, magari anche Di Battista che parte non parte o forse resta. E, perchè no, anche Casalino, formatosi ad Harward, nella Facoltà 'Grande fratello'? Con il vantaggio, non trascurabile, che potranno sempre addossare la responsabilità di scelte sbagliate ai rispettivi fantocci.
Se Mattarella non gli dà una bella raddrizzata alla coppia di cavalli che lo trainano, temiamo che il carro Italia, dopo le prime curve, possa finire in qualche fossato e non si riesca più a rimetterlo in carreggiata. Questo Mattarella lo sa; e per questo ha dato ai due signori tutto il tempo richiesto, per poter dir a loro ed anche all'opinione pubblica, che lui ha fatto tutto il possibile, e che questi non sono ancora pronti per una responsabilità di governo, se ne parla perciò al prossimo giro, se ce ne sarà un altro per loro due, dopo questa prova di incapacità totale. Intanto ci pensa Mattarella.
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