mercoledì 2 maggio 2018

Festival famigliari ne esistono in ogni parte del mondo. Anche in Italia; ma somigliano poco a quello degli Jarvi a Parnu

Dobbiamo confessarlo: non ne sapevamo nulla. Del Festival che da una decina d'anni almeno si svolge d'estate a Parnu, in Estonia, sul Baltico,  Parnu Music Festival, durata una settimana, concentratissimo con molti appuntamenti,  animati e coordinati dai componenti una nota famiglia di musicisti del paese, emigrati da molti anni negli Stati Uniti ed attivi, in ogni dove:la famiglia Jarvi che finora vanta tre direttori d'orchestra, dal capostipite Neeme, al più noto di tutti, Paavo, al terzo Kristjan, cui va aggiunta  una componente femminile, Maarika, flautista. Con una appendice gloriosa, non famigliare, nella persona di Arvo Part, compositore estone notissimo ed apprezzatissimo.

Avremmo però dovuto sapere di questo singolare Festival, noi che siamo lettori accaniti ed incalliti di giornali, perché 'La Repubblica' che  ha pubblicato la notizia l'altro ieri, ne aveva già scritto a lungo, nel 2011, a firma della stessa giornalista di oggi, con una intervista a Paavo Jarvi, figlio di Neeme e fratello di Kristjan e Maarika.

 E comunque la notizia appariva assai curiosa, per il fatto che una famiglia di musicisti emigranti, ogni anno, amava tornare nella propria terra di origine per regalare ai connazionali un pò di ciò che  bravura, impegno  e fortuna    le avevano abbondantemente riservato. Dunque un festival che rappresentava un atto di estrema generosità.

E, per questo molto diverso da tante saghe famigliari, imposte, che abbiamo tutti sotto gli occhi anche in Italia. A cominciare dal Ravenna Festival (RAF) che ha al vertice Cristina Muti, come maggior esponente musicale, suo marito Riccardo, gloria ravvenate ma prima ancor pugliese ed italiana; regista la figlia Chiara, e regista anche la madre, pianista, infine, il marito di Lei, David Fray. Insomma tutta una famiglia per un festival super finanziato nella città di loro residenza abituale, di grande qualità - occorre ammetterlo. Ma quell'eccessiva presenza famigliare non può non disturbare.

Ci sono anche festival 'minori' dove regna sovrana la famiglia, dal fondatore agli eredi. E' il caso del festival pianistico di Bergamo e Brescia, dove al fondatore  Agostino Orizio, direttore, è succeduto sul podio ed alla direzione del festival il figlio, Pier Carlo, che, da quel che ne sappiamo,  ci sembra diriga solo nel suo festival.  ma forse non siamo sufficientemente informati. Gli Jaarvi hanno  carriere internazionali?

 Ci sarebbe poi anche il Rossini Opera Festival (ROF), al cui vertice, solo da poco si è fatto da parte, non senza qualche rancore e malumore personali, il sovrintendente e fondatore Gianfranco Mariotti, ma dove lavorano stabilmente negli uffici due suoi figli, ed anche un terzo, il più noto della famiglia, il direttore Michele, è spesso presente, in coppia anche con sua moglie,  Olga Peretyatko, cantante notissima, conosciuta a Pesaro e poi inanellata.

 Ed  anche altre isitituzioni, a conduzione famigliare, finanziate con soldi pubblici,  ma ereditate per generazioni: come la Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, in mano alla famiglia Fortuna dalla sua fondazione, avvenuta nel dopoguerra; o come l'Accademia Filarmonica Romana  dove  la famiglia Panni, in vario modo,  continua ad essere sempre presente, dopo la capostipite Adriana, indimenticata.

Infine ci sono le famiglie che hanno sempre contato, e in tempi recenti ancora di più per la cronica mancanza di lavoro e possibilità in ogni campo. Ne abbiamo, anche in questo caso,  scritto tante volte
delle famiglie Abbado o Vlad. In questi casi, come  sottolinea la sapienza popolare, vale il detto: 'una mano lava l'altra e tutte e due aiutano a campare'. Ben detto!

E se perfino il potentissimo Salvo Nastasi, sponsorizzato e protetto anche da Gianni Letta, al vertice del Ministero della Cultura da oltre un decennio, ha dovuto lui  trovare lavoro a sua moglie, Giulia (nel Teatro San Carlo, dove era commissario del Governo) che appartiene ad una famiglia di pesi massimi ( Minoli/ Bernabei), vuol dire  che non ci si fa scrupolo di nulla per trovare lavoro ai propri famigliari. Perchè nessuno, specie in Italia, può contare solo su capacità, professionalità e voglia di lavorare, per  farsi strada. E allora interviene la famiglia, quando ne ha la possibilità!

Nessun commento:

Posta un commento