venerdì 25 maggio 2018

Come ti tarocco un curriculum

Se si sottoponessero i curricula (al plurale, il latino curriculm fa curricula) di tanti esponenti della società e delle profesisoni, all'esame di esperti dei vari settori, verrebbero immediatamente alla luce i taroccamenti operati,  anche dai diretti interessati, in questo o quel punto. Ma  solitamente non si fa. A noi, ad esempio, che del settore musicale conosciamo fatti e misfatti, anche perchè lo frequentiamo da una  quarantina d'anni, ci viene da ridere quando leggiamo nei curricula di 'direttori d'orchestra', che hanno diretto le 'più prestigiose orchestre' e scorriamo  l'elenco di esse. Noi, almeno in questo settore, le bufale le smascheriamo in un batter d'occhio.

 Come ovviare? E' possibile? Esiste innanzitutto un format 'europeo' relativo alla compilazione del curriculum, nel quale la gabbia predisposta, dovrebbe rendere più difficile millantare incarichi di lavoro e di formazione inesistenti o di poco conto. Ma anche in questo caso fino a quando qualcuno non smaschera la inconsistenza di certe annotazioni, anche con il format europeo, si possono incartare  tutti i destinatari dei curricula,  specie se benevoli.

 Al premier incaricato, prof. avv. Giusepep Conte, è accaduto, anche a lui, che esperti del settore, e le stesse istituzioni, improvvidamente citate nel suo curriculum, l'abbiano smentito, facendogli fare la figura del millantatore, anche un pò truffaldino, alla vigilia dell' incarico a premier. Ma che bisogno  aveva un professionista e accademico, apprezzatissimo per la sua preparazione e professionalità - che però non  ne ha neppure un pò nell'incarico che si appresta ad assumere - di raccontare alcune balle? S'è detto leggerezza, vanità, potremmo anche aggiungere 'stupidità'-  sperando che per questo non ce ne voglia!

 C'è anche da dire, a seguito della nostra esperienza, che più lungo è il curriculum di un candidato ad un determinato incarico, più forte deve essere il sospetto che dentro ci sia anche zavorra.
Al professionista riconosciuto, per formazione e esercizio della professione,  sono sufficienti poche righe per presentarsi ad un nuovo lavoro. Chi scrive pagine e pagine in un curriculum - roba da far impallidire anche uno come Leonardo da Vinci, quanto a capacità e professionalità - è più facile che voglia vendere fumo, che è magna pars ( latino) di ciò che ha da mettere in vendita.

 Di recente ci siamo occupati, leggendoli attentamente, di due curriculum. Il primo di William Graziosi,  candidato alla Sovrintendenza del Teatro Regio di Torino, in quota grillina,  prelevato dalla minuscola per quando chic marchigiana Jesi.
 Bene il suo curriculum è lungo una quaresima. Ma se lo si legge, si capisce che a tale lunghezza contribuisce in maniera determinante l'elencazione di tutti gli spettacoli che nel Festival pergolesiano di Jesi hanno trovato collocazione da quando lui, per meriti ( politici?) l'ha presieduto. Quel suo curriculum, avrebbe potuto esser ridotto a poche righe, dalla quindicina di pagine presentate, se avesse solo scritto: Sovrintendente del 'Festival Pergolesi' di Jesi. Anche perchè ad uno viene il sospetto che, ad esempio La serva Padrona di Pergolesi, è anche un pò di Graziosi, senza la cui mediazione ed operatività,  non sarebbe la stessa e mai e poi mai sarebbe stata riconosciuta come uno dei grande capolavori del melodramma.

Un'altra nomina eccellente  (al Donnaregina di Napoli) ci ha indotto a leggere  con attenzione il curriculum dell'interessata, Laura Valente. 'Musicologa, esperta di danza, giornalista professionista, specialista nel settore delle imprese culturali' . 

Che la Valente, donna e professionista sveglissima e valente, come il suo nome, abbia svolto lavori esattamente nei settore in cui dice ella stessa non c'è dubbio. Ma ci ha colpiti quella qualifica di 'musicologa' che ella si ascrive. E siamo andati a vedere la sua formazione, dalla quale sarebbe dovuta dovrebbe emergere una preparazione specifica nel settore, anche se si può esercitare la professione di musicologo - ammesso che Lei l'abbia esercitata - onorevolmente, senza averne mai acquisito le professionalità nelle sedi deputate. In tanti hanno studiato privatamente o si sono formati autonomamente.
 Laura Valente, comunque, di titoli relativi alla sua  sbandierata qualifica di musicologa, ne avrebbe conseguito uno nella Duquesne University,  avendo frequentato un corso superiore di 'Musicologia del linguaggio' (che vuol dire?) nel 1988, quand'era ancora pischella, 23 anni appena, fresca di studi ad un Liceo classico di Milano.

 Tre anni dopo, nel 1991, consegue, presso la 'Scuola di Servizio sociale' di Udine, un 'Diploma di Laurea  di assistente sociale' (che roba è?).

 E dodici anni dopo,  nel 2003, ancora una seconda ( prima, se quella di Udine è una laurea singolare per Laura) Laurea in Marketing alla New York University ( Vot.A, 29 marzo 2003, Reg.N. L033 del 3 aprile 2003. Tanta puntigliosità nel dettaglio dovrebbe suscitare qualche  dubbio?).
 Inutile dire che ha insegnato, forte di tali titoli, in molte università, sopratutto napoletane o campane, 'Gestione e Produzione nelle Imprese culturali' che è il suo campo di attività ed anche di formazione, dopo quella laurea newyorkese. Ed ha curato parecchie mostre, far il Memus di Napoli, Ravello e Positano  -  triangolo geografico prevalente - nessuna allusione al cognome - della sua attività)

Ora, lungi da noi il semplice pensiero che Laura Valente non sia brava e capace - l'abbiamo constatato di persona le volte che  siamo finiti nelle strade della sua professione.
 Però, ci si lasci dire, che buona parte della sua attività, si è svolta nel campo della comunicazione ed ufficio stampa ( nella Scala di Muti e al San Carlo di Nastasi), e che, forse, nel campo della danza,  attività preminente della Valente universalmente apprezzata (perfino dal pittoresco governatore campano,  Crozza-De Luca), la sua formazione è frutto di studio e caparbietà privata e personale.

Ma, come nel caso di Conte, bravo avvocato e accademico, che bisogno c'era di scrivere quel curriculum? Fanno fede le opere.

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