mercoledì 16 maggio 2018
Contratto di governo. Bozza. a pag.9, c'è il capitolo n.6 intitolato CULTURA. Leggerlo bene per capire quanto generico esso sia e quali trappole riservi ( v. spettacolo dal vivo, FUS)
Il patrimonio italiano rappresenta uno degli aspetti che più ci identificano nel mondo. Il
nostro Paese è colmo di ricchezze artistiche e architettoniche sparse in maniera omogenea
in tutto il territorio, e in ogni campo dell’arte rappresentiamo un’eccellenza a livello
mondiale, sia essa la danza, il cinema, la musica, il teatro. Tuttavia, nonostante tali risorse
l’Italia oggi non sfrutta a pieno le sue possibilità, lasciando in alcuni casi i propri beni ed
il proprio patrimonio culturale nella condizione di non essere sfruttati a dovere.
I beni culturali sono uno strumento fondamentale per lo sviluppo del turismo in tutto il
territorio italiano. Tuttavia lo Stato non può limitarsi alla sola conservazione del bene, ma
deve valorizzarlo e renderlo fruibile attraverso sistemi e modelli efficaci, e grazie ad una
gestione attenta ed una migliore cooperazione tra gli enti pubblici e i privati. Occorre
mettere in campo misure in grado di tutelare il bene nel lungo periodo, utilizzando le
risorse a disposizione in maniera virtuosa.
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È necessario partire da un principio chiaro: la cultura è un motore di crescita di
inestimabile valore, e certamente non un costo inutile. Tagliare in maniera lineare e non
ragionata la spesa da destinare al nostro patrimonio, sia esso artistico che culturale,
significa ridurre in misura considerevole le possibilità di accrescere la ricchezza anche
economica dei nostri territori.
I nostri Musei, i siti storici, archeologici e UNESCO, inoltre, devono tornare ad essere
poli di attrazione e interesse internazionale, attraverso un complessivo aumento della
fruibilità e un adeguato miglioramento dei servizi offerti ai visitatori.
Tra le varie forme, d’arte lo spettacolo dal vivo rappresenta senz’altro una delle migliori
eccellenze del nostro Paese. Eppure l’attuale sistema di finanziamento, determinato dalla
suddivisione secondo criteri non del tutto oggettivi delle risorse presenti nel Fondo Unico
per lo Spettacolo (FUS), limita le possibilità delle nostre migliori realtà e impedisce lo
sviluppo di nuovi progetti realmente meritevoli. Riteniamo pertanto necessario prevedere
una riforma del sistema di finanziamento che rimetta al centro la qualità dei progetti
artistici.
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