Cala il sipario sul Giro d'Italia. Un giro da cartolina. Purtroppo macchiato da un finale rocambolesco da commedia all'italiana. Le buche di Roma, ultima tappa della corsa rosa, si sono dimostrate molto più pericolose della discesa del Sestiere o dello sterrato del Colle delle Finestre. I romani ci sono abituati, ma i corridori del Giro, già abbastanza provati dalle fatiche di questa edizione, si sono ribellati chiedendo al terzo passaggio dei Fori imperiali che il tempo fosse neutralizzato. Non è una corsa di bighe, hanno commentato sui social.
Lo stesso Chris Froome, sollecitato da Elia Viviani, uno dei favoriti per lo sprint finale, è andato vicino alla macchina dell'organizzazione protestando vivacemente. Era troppo pericoloso: anche cambiando i tubolari, il rischio di cadere era altissimo. Alla fine gli ufficiali di gara, dopo molte resistenze, hanno ceduto temendo probabilmente una protesta più clamorosa che sarebbe andata in onda in mondo visione. La tappa, neutralizzata dopo tre giri, è stata quindi un affare solo per velocisti dove l'ha spuntata l'irlandese Sam Bennet, al suo terzo centro a questo Giro. Un finale assurdo, che porta nel mondo l'attuale situazione di Roma, città eterna anche nei suoi problemi irrisolti.
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