Non abbiamo ancora letto i giornali, e perciò non sappiamo ancora quali sorprese potranno riservarci per al giornata di oggi sulla storia del governo - nasce non nasce? - cinquestelle/lega.
Ma un pensierino lo abbiamo fatto anche nei giorni passati, dopo l'annuncio dei due referendum che sul famigerato contratto di matrimonio contro natura, Salvini e Di Maio avrebbero programmato per il fine settimana, per conoscere - dicono - il pensiero delle rispettive grandi famiglie sul contratto. In verità quelli della Lega hanno già anticipato che, siccome a loro interessa ciò che pensa l'intero paese del contratto, e non solo i leghisti, i loro gazebi saranno aperti anche a cittadini ed elettori non leghisti.
E se le rispettive famiglie dovessero bocciarlo senza 'se e senza ma' - come dicono con stupida locuzione, questi analfabeti politici ad ogni piè sospinto?
E' evidente che la ragione per cui riferirebbero al Quirinale solo al principio della prossima settimana sta nel fatto che non possono andare da Mattarella a dirgli che il contratto l'hanno firmato, se poi quello stesso contratto viene bocciato dai due schieramenti. Dovrebbero tornare da Mattarella a dirgli: ci dispiace , signor presidente, ma non possiamo più sottoscriverlo quel contratto, come le abbiamo detto l'altro ieri, quando glielo abbiamo presentato e sul quale ci eravamo accordati; i nostri elettori ce lo hanno bocciato.
No, le cose, secondo quel nostro pensierino, starebbero diversamente. I due giovanotti, anche quando si sono presentati - e da subito - ostacoli insormontabili sulla strada dell'accordo, hanno pubblicamente ostentato sicurezza. Erano arrivati al punto che tutto era stato stabilito, ci dicevano, ed invece man mano che procedevano si rendevano sempre più conto che l'accordo non sarebbe stato mai raggiunto ed anzi si allontanava sempre più dall'orizzionte. Perchè buona parte di quello che erano andati promettendo durante la campagna elettorale faceva parte del libro dei sogni. Irrealizzabili. Scritto senza pensare all'Europa e a tutto ciò che era stato messo nero su bianco per formare l'Unione. Come se andando in Europa a dire: ora ci siamo noi, va tutto cambiato, sarebbero stati accolti da folle plaudenti. E qui interviene anche un altro aspetto della faccenda. la inesperienza dei due nel governo di un paese.
Perchè, allora, i referendum fissati per il fine settimana? Il nostro pensierino è che, resisi conto i due giovanotti che quel governo non sarebbe mai passato, si sono detti, onde evitare la figuraccia davanti al paese: tiriamo in ballo le nostre due grandi famiglie, e facciamo che siano loro a dire che quel contratto è contro natura innanzitutto, ma anche irrealizzabile. Così nessuno potrà darci più colpe di quelle che abbiamo, la principale delle quali è la nostra incapacità.
Non vogliamo ripetere cose tante volte già dette. ma qui lo scenario ripete quasi con esattezza millimetrica i casini che la Raggi ha combinato a Roma.
Anche i due sapevano che avrebbero vinto le elezioni, anche se non nella misura in cui le hanno poi vinte. Ma allora come è possibile pensare che non si siano organizzati già prima delle elezioni ? Si comportano così solo quelli che non hanno idea del governo di un paese e che, dopo essersi apparentemente organizzati, dimostrano giorno dopo giorno che sarebbe state meglio per loro che non avessero avuto nessuna possibilità di governo. E questo anche i due lo sapevano, lo sapevano i grillini, dopo i flop quasi giornalieri dell'amministrazione Raggi, ma lo sapevano anche i leghisti che contro la Raggi hanno sparato le loro giuste cannonate.
Ogni giorno l'amministrazione capitolina fa segnare un punto a suo sfavore: rifiuti, buche, mezzi pubblici ed ora anche alberi che cadono e verde non curato. Tutte emergenze che da due anni a questa parte non sono state mai risolte in maniera definitiva, al punto che si ripresentano ciclicamente.. E non convince più nessuno la tecnica di gettare la croce, per tutte queste emergenze vergognose, sulle spalle degli amministratori precedenti. La loro vera colpa, gravissima, è quella di essere andati al governo, senza averne le capacità e la preparazione. Vogliamo che anche il paese finisca nella merda, come, quasi letteralmente, c'è finita Roma?
In questo desolante e preoccupante scenario, Berlusconi ricomincia a raccontare la favola del grande imprenditore che si è fatto dal nulla, e che forse, aspira, di nuovo a ricandidarsi, come va dicendo ogni giorno, in sua vece, Giorgiò Mulè che è finalmente uscito allo scoperto, cosa che non poteva nei lunghi anni in cui è stato alla direzione del settimanale 'Panorama'. E, nel frattempo, tiene Salvini per le...
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