martedì 1 maggio 2018

Ancora su Ladri di biciclette di De Sica. Gli spocchiosi, interrogati, non rispondono

Una decina di giorni fa, alla lettura della notizia ('Corriere della Sera') che la Cineteca di Bologna, aveva restaurato in digitale il capolavoro di De Sica e che lo avrebbe presentato fra pochi giorni al Festival di Cannes, ci siamo domandati  che fine aveva fatto il precedente restauro, di dieci anni fa,  sempre in digitale,  a cura dell'Associazione 'Amici di Vittorio De Sica', finanziato dal Casinò di Venezia e presentato nella serata inaugurale del Festival  del Cinema di Venezia di quell'anno, con grande risalto sulla stampa internazionale.

Domanda sacrosanta anche per il  fatto che di quella pellicola restaurata in digitale la San Paolo Film produsse successivamente un DVD - commercializzato nei primi mesi  del 2009 dal 'Corriere della Sera', cui venne accluso - e un paio di anni dopo, anche un Blu - Ray, che le riviste specializzate lodarono per la sua qualità.

 Abbiamo pubblicato sull'argomento molti post,nei giorni scorsi, riprendendo dalla stampa italiana le notizie che all'epoca si lessero sull'avvenuto restauro.
 E visto che la pubblicazione di tutte quelle notizie non ha sortito effetto alcuno:  nè una risposta e neppure una chiarimento, abbiamo scritto all'Associazione 'Amici di Vittorio De Sica', un tempo presieduta dal figlio del grande regista, Manuel, scomparso qualche anno fa, e all'Ufficio stampa della Cineteca di Bologna.

 Ad oggi ancora nessuna risposta, nessun chiarimento: nè dall'Associazione romana che sembra a tutti gli effetti defunta con la morte del suo presidente  - non ha neanche un sito, ma solo un indirizzo di posta elettronica, rimediato in rete fortunosamente - e neppure dalla viva e vegeta ed anche superattiva e benemerita Cineteca di Bologna, artefice di questo secondo  restauro, per noi ingiustificato.

L'impressione che abbiamo in questo caso è assai simile a quella che molti giornalisti si fanno quando rincorrendo o incalzando alcuni politici non riescono a cavargli dalla bocca neanche una sillaba,  a causa della loro spocchia che, come malattia sociale, sembra diffondersi ogni giorno di più e diventare endemica.

 E comunque, nonostante tutto, continuiamo a sperare che, alla fine, qualcuno risponda.

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