"Conte ebbe un ruolo rilevante nella storia di Sofia nel 2013, quando lavorò a un ricorso per ottenere da un giudice di Livorno che la bambina potesse proseguire il trattamento Stamina, sul quale all’epoca c’erano già grandi dubbi e la mancanza di prove sulla sua efficacia. La richiesta fu presentata dai genitori di Sofia con l’assistenza legale di Conte, che aveva trovato il modo per accelerare i tempi del ricorso dopo che un’iniziativa legale analoga era stata respinta dal tribunale di Firenze pochi mesi prima. Il ricorso a Livorno fu reso possibile grazie al cambio di residenza della famiglia in quella provincia, provando di avere vissuto “stabilmente nell’ultimo anno e mezzo dalla diagnosi di Sofia” nella zona, secondo quanto era stato dichiarato dal padre della bambina.
Complici le pressioni dei media, con campagne-inchieste ricorrenti da parte delle Iene, nel 2013 il caso Stamina era al centro del dibattito pubblico e politico. Proprio quelle pressioni e le richieste da parte delle famiglie di persone con gravi malattie portarono il governo ad autorizzare per decreto, con conversione in legge da parte del Parlamento, la sperimentazione del trattamento e il proseguimento delle cosiddette “cure compassionevoli”. Il Movimento 5 Stelle – che ha indicato Conte a futuro presidente del Consiglio e lo aveva già presentato come suo futuro ministro, in campagna elettorale – si schierò a favore di Stamina ritenendo che il trattamento fosse “efficace”, anche se in totale assenza di prove scientifiche e di una corretta revisione del sistema".
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