mercoledì 9 maggio 2018

Ancora sul Teatro Regio. I coraggiosi critici musicali, torinesi e non, TACCIONO

Notizia delle ultime ore. Per chiudere il bilancio 2017  del Teatro Regio  mancano all'incirca un paio di milioni di Euro. La procura ha aperto un'inchiesta ma senza indagati. Ancora. La ragione delle dimissioni di Vergnano - come ha dichiarato l'interessato - sta proprio qui. "Ho appreso, ha detto, la notizia del buco, che non conoscevo... ne ho parlato con la Appendino e mi sono dimesso. Un atto dovuto per senso di responsabilità".

Boh, che vuol dire Vergnano, quando dice che gli hanno comunicato il buco nel bilancio 2017 del Teatro di cui è amministratore?  Noi non capiamo, evidentemente, altrimenti verrebbe da dirgli: "ma tu addo c... stavi? ".
 Certo che è così, forse non si è spiegato bene o noi non conosciamo i complessi meccanismi della gestione amministrativa di un teatro.

 In questa storia piena di colpi di scena, e più ancora di dimissioni e proteste, brilla il silenzio dei coraggiosi critici musicali torinesi e non, a cominciare da Mattioli. Loro non partecipano al dibattito pubblico avvelenato; loro si occupano di musica, non entrano nelle beghe private, nel caso specifico le sorti del Teatro Regio, le dimissioni del sovrintendente e del direttore musicale, l'arrivo del nuovo sovrintendete che in molti non volevano.

Lasciano che siano i cronisti, magari anche quelli di 'nera'  - non solo alla Stampa - ad occuparsi giornalmente del 'dossier' Teatro Regio. In questa palude non intendono immergersi, per il timore - anzi: terrore - di finirne inghiottiti  e non poter più galleggiare, com' è loro abituale costume.
Perchè, nel caso decidessero di schierarsi apertamente - come ha fatto sonoramente anche il pubblico, nell'ultimo concerto, scandendo: No-Se-Da ! - non saprebbero come metterla con il nuovo sovrintendente.

 Ripetiamo qui quello che tante volte abbiamo già scritto e che, in passato, ha turbato alcune anime belle dell'Associazione Nazionale Critici Musicali. Fino a quando non la smetteranno i nostri immacolati colleghi  di girarsi da un'altra parte per non vedere e di fare affari con le istituzioni sulle quali dovrebbero vigilare, il mondo della musica in Italia sarà truccato.

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