Lucca Classica. Un festival lungo tre giorni, condensatissimo, che oggi si conclude, e che abbiamo sentito magnificare a Radio Tre, proprio ieri, da Sandro Cappelletto.
Il quale, a nome e per conto di RadioTre, che del festival lucchese è 'media partner' - meglio: appaltatrice - ha raccontato cosa avviene di tanto sensazionale a Lucca in questi giorni, giacché lui il programma lo conosce quasi a memoria, se non l'ha suggerito o addirittura elaborato con il direttore artistico
Capelletto, sempre lui, intervisterà Cucinelli , l'artista del cachemire, che riceverà il Premio del festival, spiegherà al mondo , facendosi aiutare da uno strumentista, cosa pensavano del violoncello sia Fellini che Chagall, e poi racconterà del violino di Mozart, relativamente al 1781, in altra giornata. Sul violoncello e sul rapporto che intrattengono con tale strumento i musicisti ha scritto anche un libro Cappelletto.
Ma Cappelletto, non è l'unico dell'agguerrito drappello di Radio Tre, di stanza a Lucca, questi giorni, per il festival curato da Aldo Tarabella,
Bossini, Oreste è addirittura autore di un progetto, interno al festival, sulla 'Musica in Russia' nel XX secolo', che si articola in diversi pannelli quotidiani, della quale è anche invitato ad illustrare coordinate e linee di sviluppo.
Poi c'è Giovanni Bietti il divulgatore della sapienza compositiva spiegata ai semplici che a Lucca presenta e chiacchiera con una gloria locale, la giovane direttrice d'orchestra Beatrice Venezi.
E, infine, Nicola Campogrande, altra voce di Radio Tre, compositore, direttore artistico del Festival Mito, recentemente trombato alla sovrintendenza del Regio di Torino , che presenta il suo rivoluzionario - di che? - 'Concerto per pubblico e orchestra' che a Lucca creerà, più di quanto non abbia fatto a Roma ed altrove, scompiglio anche umano e sociale.
Aldo Tarabella, per il suo festival di Lucca ha raggiunto due scopi che si era evidentemente prefisso appaltando il suo festival a quelli di Radio Tre: usufruire dei componenti di quella fucina di idee che è Radio Tre (Cappelletto, Bossini, Bietti, Campogrande) e ottenere una certa visibilità, almeno radiofonica.
Ahi, Radio Tre. Voglio raccontarvi ciò che succedeva, almeno all'epoca di dall'Ongaro responsabile della musica, anche con Cappelletto. Eccetto che nell'anno, 2004, in cui noi abbiamo diretto il Festival Internazionale delle Nazioni di Città di Castello, in quelli successivi - anche con regolare alternanza - il festival, onde raggiungere gli stessi obbiettivi di Tarabella a Lucca, ha commissionato a Cappelletto e a Guido Barbieri, in qualità di drammaturghi, nuovi lavori includendovi musicisti come Matteo D'Amico. I diretti interessati, gli autori cioè, registravano a proprie spese quelle esecuzioni che Radio Tre di dall'Ongaro , per magnanimità, provvedeva, successivamente, a mandare in onda, rifondendo gli autori delle spese sostenute, procurando loro anche qualche guadagno ed aumentando la loro popolarità, che è sempre stata la ragione principale delle loro partecipazioni prezzemoline in ogni dove.
Questo accadeva e forse tuttora accade, ma per il presente non possiamo mettere la mano sul fuoco perchè non seguiamo da vicino la programmazione di quella radio gloriosa, per la quale in anni lontani anche noi abbiamo spessissimo, continuativamente ed a lungo lavorato.
Ma visto che la radio ha fatto tanto per loro - come certifica anche l'ascesa di dall'Ongaro al vertice di Santa Cecilia - la radio, viene da chiedersi che cosa ci ha guadagnato; meglio: i suddetti hanno mai fatto qualcosa per Radio Tre?
P.S. Stupisce il fatto che Tarabella, volendo divertire il pubblico non abbia appaltato un segmento del festival ,sempre da Radio Tre, alla coppia esilarante della trasmissione, celeberrima, ' La Barcaccia', e cioè al duo Suozzo-Stinchelli.
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