Franco Di Mare ha annunciato a Che Tempo che Fa di essere gravemente malato. Il giornalista, in collegamento con Fabio Fazio, ha parlato per la prima volta del tumore che lo ha colpito, il mesotelioma: «Questo tubicino che mi corre sul viso è legato ad un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette anche di essere qui a raccontare, a parlare con te. Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo, legato alla presenza di amianto nell'aria. Si prende tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto. Ha un tempo di conservazione di sé lunghissimo e quando si manifesta è troppo tardi».
Franco Di Mare, l'annuncio della malattia a "Che Tempo che Fa"
Di Mare, 68 anni, ha aggiunto con un filo di voce: «Dire che con questo finiscono le speranza non è vero, perchè la scienza va sempre avanti. Sono qui a festeggiare una soluzione che potrebbe essere scoperta, speriamo che ci sia una soluzione e che non sia così lontana».
Commosso Fabio Fazio, che ha ricordato che oggi (28 aprile) è il giorno dei lavoratori vittime dell'amianto e presenta ''Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi'', il libro di Franco Di Mare, giornalista Rai, che è stato anche direttore di Rai3, che esce per Sem. Per la malattia, dice il giornalista, c'è bisogno che ci sia l'idea di comunità intorno al malato, «quando qualcuno si ferma ad aiutare gli altri, lì nasce la comunità degli umani».
Nel libro si intreccia la sua storia di vita con l'esperienza del momento e la sua terribile malattia. «Ho avuto una vita bellissima e le memorie che ho sono piene di vita. Mi dispiace di scoprirlo adesso, ma non è troppo tardi, il mio arbitro non ha fischiato ancora», dice accolto da un grande applauso.
L'attacco alla Rai
Fazio ha poi chiesto a Di Mare se ci sia rammarico per chi si è dileguato. E nella sua risposta il giornalista non usa mezzi termini: «Tutta la Rai, tutti i gruppi dirigenti. Capisco che ci siano ragioni sindacali e legali, io chiedevo lo stato di servizio, l'elenco dei posti dove sono stato per sapere cosa si potrebbe fare. Non riesco a capire l'assenza sul piano umano, persone a cui davo del tu che si sono negate al telefono. Trovo un solo aggettivo: è ripugnante».
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