SCURATI, CANCELLATO L’INTERVENTO SUL 25 APRILE. LA PREMIER MELONI: “LA RAI SI È RIFIUTATA DI PAGARE 1.800 EURO PER UN MINUTO DI MONOLOGO”. LA TRISTE ABITUDINE ALLA CENSURA NELLE RETI DI STATO. La notizia ha subito conquistato dal mattino i titoli principali delle pagine web dei quotidiani; la giornalista Serena Bortone segnala che il monologo di Antonio Scurati – scrittore vincitore del Premio Strega – sul 25 aprile (qui il testo), previsto nella sua trasmissione, è stato cancellato. Da più parti si invoca la censura, la destra minimizza, la Rai parla di questioni economiche e non politiche. La premier Meloni interviene via social, scrivendo: “La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) Perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini. 2) Perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto”. Tra i più critici, il Comitato di redazione che rappresenta i giornalisti della maggior parte dei programmi di approfondimento Rai: “Che sta accadendo dentro la Direzione Approfondimento della Rai? Con sgomento nelle ultime settimane abbiamo appreso tre notizie: 1) la cancellazione all’ultimo minuto di un intervento del Premio Strega Antonio Scurati sul 25 aprile in una puntata di Che sarà; 2) la cancellazione prima e poi drastica riduzione delle repliche di Report, capaci di portare una media di un milione di telespettatori a costo zero per l’azienda. Repliche i cui contenuti, apprendiamo, saranno “concordati con l’azienda”; 3) la puntata di Porta a Porta sul (contro) l’aborto, tema di cui parlano sette ospiti, tutti di sesso maschile”. I giornalisti hanno annunciato la richiesta di un confronto con il direttore degli approfondimenti, Paolo Corsini. Sul Fatto di domani leggerete ulteriori particolari sulla vicenda, e un dossier sul tema dei “defenestrati” della Rai; si tratta di una lunga storia che purtroppo non appartiene solo a questo periodo storico.
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