...'Il programma non l'ho deciso io'.
...'Vediamo cosa succede. Lo scoprirò durante le prove. Mi hanno detto che la sala è molto grande e non so come risponde il suono, lo scoprirò lavorandoci'.
'...'Sarà interessante soprattutto per il Vaticano'.
... 'Sono finlandese. Parliamo poco e siamo sinceri. I film di Aki Kaurismaki sono un grande esempio'.
...'Io sono della generazione Youtube'.
...'Ho un enorme archivio interpretativo a disposizione'.
... 'Per rompere il ghiaccio. Alla fine siamo tutti felici. Mi piace essere divertente, ma il lavoro deve volgersi in serietà'.
...'Mai bevuta una birra al pub'.
...'Abbastanza normale'.
...'Wagner è la sintesi di tutte le arti'.
...' Partitura, partitura, partitura'.
...'Sono felice, è un onore':
...'Da professionista intende? Niente di speciale'.
*****
Queste pochissime righe, e solo queste, costituiscono il contenuto dell'intera intervista - ben oltre la mezza pagina - che Valerio Cappelli, per il Corriere della Sera, ha fatto al giovane direttore finlandese, uscito dalla ormai mitica scuola di Jorma Panula.
Dalla quale sappiamo innanzitutto, dopo il soliloquio che il giornalista ha fatto con lui, che non ha tanta voglia di parlare. Che è di poche parole, e che parla quasi a monosillabi. Si potrebbe dire nello stile social che però è troppo sintetico per esprimere pensieri.
Due sole cose abbiamo appreso da/di lui.
Innanzitutto che possiede un enorme archivio di registrazioni musicali che costituisce, evidentemente, il suo laboratorio di studio.
Secondo: che da Jorma Panula ha appreso che prima di tutto c'è la partitura. Un messaggio inviato ai fanatici dell'interpretazione.
C'era proprio bisogno di questa intervista, che è come il tentativo abortito di tentare di cavare una parola dalla bocca di un muto? Perchè, allora, non rinunciare all'intervista e scrivere un pezzo utilizzando quei monosillabi? Per dimostrare che si è talmente bravi, da erigere un monumento senza materia? ( P.A.)
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