( da Italia Oggi, 2016)
"Agostino Saccà, già potente direttore generale della Rai, continua a fare affari d'oro grazie a Viale Mazzini. Lo testimonia il bilancio appena depositato di Pepito Produzioni, casa di produzione cinematografica e televisiva costituita nel 2010 dall'ex manager pubblico. La società sta in piedi esclusivamente grazie ai contratti della Rai tanto che nel 2014 il fatturato ha sfiorato i 10 milioni di euro rispetto ai 2 milioni dell'anno precedente. La nota integrativa spiega che Pepito Produzioni dopo aver coprodotto con Rai Cinema nel 2014 il film «Sei mai stata sulla luna?», ha ultimato la serie «Baciato dal sole», un plot in 12 episodi ciascuno da 50 minuti che andrà in onda a breve su Rai Uno. La società di Saccà sta poi coproducendo con Rai Fiction due tv-movies che costituiranno la seconda serie di «Purché finisca bene» e peri i quali è stimato un fatturato di 6,8 milioni. «Sono inoltre in corso contatti», dice ancora la nota integrativa, «con Rai Fiction per la realizzazione nel 2016-2017 di una serie articolata da 6 episodi da 50 minuti ciascuno l'uno su Federico II di Svevia» e «con Rai Cinema per la produzione nel 2016 del film 'La tentazione di essere felici' per la regia di Gianni Amelio, il cui valore dovrebbe superare i 4 milioni circa".
Saccà pro Discovery( da Open, 18 aprile 2024)
Il Terzo polo televisivo sta nascendo. L’obiettivo finale di Discovery è di costruire una rete generalista che raggiunga il 10% di share. E Warner Bros Italia ci arriverà in due o tre anni. Agostino Saccà, in Rai dal 1976 al 2007, vicedirettore di Rai2, direttore di Rai1, direttore generale della fiction, ne parla oggi in un’intervista a Repubblica. Dopo l’addio di Amadeus alla Rai, secondo Saccà, le intenzioni di Nove sono chiare: «Hanno risorse finanziarie, il prodotto, competenze editoriali e nessun intralcio burocratico. Si sono presi una bella ala che è Crozza, poi un’altra ala straordinaria che è Fazio, ora Amadeus, centrocampo di sfondamento sulla generalista».
L’ex dirigente Rai sostiene che TeleMeloni non ha influito sull’addio del conduttore di Sanremo: «Amadeus, da autore, troverà i format. Non si sarebbe mosso se la Rai avesse avuto modo di decidere. E non poteva produrre». Mentre al servizio pubblico mancano prima di tutto «le risorse. Non hanno aumentato il canone per 12 anni, i vertici amano l’azienda, stimo Giampaolo Rossi. Il canone in Germania e in Inghilterra è più del doppio di quello italiano. Tutto il daytime della Rai costa 90 milioni. Discovery ha messo sul piatto 100 milioni in 4 anni su una persona. Se si va avanti così la Rai è morta. Non si possono spendere neanche duemila euro».
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