lunedì 22 aprile 2024

Il Caso Scurati sta procurando molti danni alla Rai e alla Premier Meloni, ed anche un esposto alla Commissione Europea (da La Stampa, di Matteo Giusti)

 


 Può un presidente del Consiglio telefonare a due dirigenti Rai, considerati amici, e studiare con loro la migliore strategia per smontare l’accusa di censura nata dopo la cancellazione del monologo di Antonio Scurati su Raitre, e allo stesso tempo sbeffeggiare lo scrittore per il compenso pattuito? 

Dopo l’articolo pubblicato da La Stampa, che ha svelato le chiamate della premier al dg Giampaolo Rossi e al direttore Approfondimenti Paolo Corsini per trovare una giustificazione a quanto accaduto, il leader di Europa Verde Angelo Bonelli, che guida con Nicola Fratoianni l’Alleanza Verdi e Sinistra, ha presentato un esposto sulla Rai alla Commissione europea: «È una palese violazione del Media Freedom Act del 13 marzo scorso. C’è un’ingerenza continua del governo finalizzata alla censura e al controllo dei media». Il caso Scurati prova, secondo Bonelli, «che è in corso un’occupazione di tutti gli spazi di informazione da parte del governo Meloni». Le telefonate di Meloni sono solo l’ultimo episodio della presa di Meloni su Viale Mazzini: «Confermano – attacca Fratoianni - l’asservimento totale del servizio pubblico radio tv alla destra al governo». Con un’aggravante, secondo il leader della sinistra, riferita al post con il quale Meloni lancia le sua insinuazioni – per ben tre volte in poche righe – sui soldi trattati da Scurati con la Rai:
 «Che si voglia far passare gli intellettuali liberi come degli avidi. Una cosa insopportabile». 
L’elenco si allunga di giorno in giorno. Prima è stato il turno di Roberto Saviano, la cui trasmissione, Insider, è finita fuori palinsesto dopo la causa intentata da Meloni allo scrittore. Poi le rivelazioni sulla probabile vendita dell’Agi, la seconda agenzia di stampa del Paese, ad Antonio Angelucci, imprenditore della sanità privata, deputato della Lega ed editore di tre quotidiani di destra filomeloniani, tra cui Libero, diretto dall’ex portavoce della premier Mario Sechi. E ancora: il tentato blitz in commissione di Vigilanza dove Fratelli d’Italia ha provato a modificare il regolamento AgCom per svincolare dalle regole della par condicio i membri del governo. Infine, il caso delle telefonate. «Con le telefonate intercorse fra Palazzo Chigi e alcuni dirigenti Rai, così come la racconta La Stampa, per trovare una giustificazione plausibile e “popolare “ alla censura nei confronti dello scrittore Scurati, la vicenda assume contorni ancora più inquietanti», attacca il leader della sinistra Nicola Fratoianni. «Il quotidiano racconta come la decisione di annullare il monologo e la scusa economica siano state orchestrate con la regia politica del governo – continua Bonelli - .
 Del resto, il direttore approfondimenti Corsini, alla festa del partito di Giorgia Meloni, si è dichiarato fedele sostenitore di Fratelli d'Italia». L’esposto alla Commissione europea è un’iniziativa che nasce sulla base del nuovo regolamento di cui si è dotata l’Europa, dopo le derive liberticide di Viktor Orban in Ungheria, contro il controllo dei media da parte dei governi, contro le concentrazioni editoriali, e contro le ingerenze dei partiti. Di fatto un dispositivo che potrebbe azzoppare il sistema Italia.

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