L’ennesimo attacco immotivato contro una persona morta anni fa e che dunque non può difendersi. L’ennesima verità senza contraddittorio di un ex collaboratore di giustizia, già utilizzato come agente provocatore in altre inchieste di altri media. Verrà pubblicato domenica prossima l’inchiesta di Report, il programma condotto da Sigfrido Ranucci, sui presunti rapporti tra la criminalità organizzata ed alcuni esponenti, definiti di spicco, di Fratelli d’Italia.
Una inchiesta le cui anticipazioni, pubblicate oggi da Repubblica, fanno solo riferimento a una parte marginale del lavoro della redazione di Ranucci: guarda caso quella che più può incuriosire l’opinione pubblica. I riflettori sono puntati ancora una volta su Franco Meloni, padre della premier Giorgia, chiamato in causa dall’ex pentito Perrella senza prove, puro chiacchiericcio. E’ questo, spesso, il modus operandi delle inchieste. In quella che Report manderà in onda nei prossimi giorni viene chiamato in causa Michele Senese, boss della camorra napoletana trapiantato a Roma da decenni.
E’ Perrella a parlare di presunti rapporti tra Senese e Francesco Meloni, padre della presidente del Consiglio scomparso nel 2012, la cui storia dolorosa è stata raccontata dalla figlia nella sua autobiografia: l’abbandono a 11 anni e i rapporti interrotti a partire dal 1988. Ma pazienza. La ‘verità’ è prioritaria, soprattutto se a raccontarla è Nunzio Perrella, ex collaboratore di giustizia, ex malavitoso del Rione Traiano di Napoli specializzatosi negli anni nella gestione illecita dei rifiuti in Campania e in altre zone d’Italia. Oggi Perrella ama la telecamera, ama fare spesso richieste (economiche) ai colleghi per raccontare la sua verità. Negli anni è stato avvicinato anche da colleghi francesi e inglesi dopo il successo (mediatico) avuto nelle vesti di agente provocatore.
Oggi racconta a Report di aver conosciuto il padre di Giorgia, Francesco Meloni detto Franco, nei primi anni Novanta. Quest’ultimo il 25 settembre del 1995, come riportato dalla stampa spagnola, è stato arrestato nel porto di Maó, a Minorca, perché trovato in possesso di 1.500 chili di hashish su una barca a vela. Perrella, ricordando questo dettaglio, sostiene di aver chiesto in quegli anni a Michele Senese la disponibilità di importanti quantitativi di hashish con Senese che gli risponde in maniera positiva, assicurandolo di avere queste disponibilità. Addirittura il boss avrebbe fatto anche riferimento a un suo uomo che con la barca a vela faceva in quegli anni uno o due viaggi al mese tra la Spagna, il Marocco e l’Italia. E come si chiamava quell’uomo? Franco, che domande!
Perrella aggiunge poi di aver visto “Franco” a Nettuno con il boss Senese. Era il 1992. Precisa però che non sapeva il cognome di questo contatto di Senese.
Riepilogando: vorrebbe acquistare grossi quantitativi di “fumo” affidandosi al boss Senese e non conosce l’identità di chi concretamente traporta la droga richiesta dalla Spagna all’Italia, mettendo a repentaglio il suo investimento? Guarda caso, lo stesso Perrella, dopo il clamore mediatico suscitato dalla storia del padre di Giorgia Meloni, riconosce dopo 30 anni la foto dell’uomo e lo conferma a Report.
Una inchiesta che si concentrerà, come detto, sul rapporto tra la criminalità organizzata ed esponenti politici del partito di Meloni in Lombardia ma le anticipazioni sono riservate al fatto di gossip, alla storia del padre di Meloni e alle parole tutte da verificare di chi negli anni ha trasformato l’esperienza della malavita in un nuovo business. Domenica prossima appuntamento imperdibile.
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