«La prima volta che andai in America mi chiesero chi fosse mio marito. Non erano abituati a una donna che conducesse la sua vita di studiosa da sola. “I’m my own husband”, sono il marito di me stessa, risposi. Non capirono. Pensarono non sapessi l’inglese». Parole, rivoluzione.
Rispose così Rita Levi Montalcini quando a un convegno le chiesero di chi fosse la dama. Il premio Nobel, faro per la scienza e per le donne, per fortuna non può assistere al dibattito odierno e alle castronerie della senatrice di FDI Lavinia Mennuni che invita le donne a non dimenticare che sono venute al mondo per procreare, che esistono perché il loro compito è fare figli e che riprodursi deve essere la loro più grande ambizione. A risponderle ci ha pensato la segretaria Dem Elly Schlein: «Noi non pensiamo che la massima aspirazione di una donna sia quella di essere madre. Il contributo delle donne alla società si misuri sul numero dei figli. L’ambizione di tante deve essere quella di diventare Rita Levi Montalcini».
Pare assurdo doverlo sottolineare e invece i tempi ci costringono a farlo. Non è la prima volta che il partito di Giorgia Meloni si lancia in considerazioni sconsiderate (ricordate quando proposero gli asili nido gratis cosicché la donna potesse tornare a svolgere il suo compito principale: fare figli?) e il problema vero, serio, al di là delle baggianate urlate in qualche talk-show da qualche senatrice è che questo Governo ha davvero priorità, per così dire, bizzarre. Lo dicono i numeri. La manovra ha destinato due milioni di euro in più per i collaboratori del Ministro dell’Agricoltura.
È una norma che va sotto il titolo di “Rafforzamento delle capacità amministrative del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste”. Per carità, rafforzare lo staff di Lollobrigida, va benissimo. Quello che va meno bene è che il centro europeo per la ricerca sul cervello voluto proprio da Rita Levi Montalcini è costretto a chiudere perché nella Legge di Bilancio non ci sono fondi per l’Ebri. «Per la prima volta, dopo oltre dieci anni, il contributo per i costi strutturali che la Fondazione Ebri Rita Levi-Montalcini riceve fin dal 2012 attraverso la Legge di Bilancio non è stato rinnovato» ha spiegato all’Ansa il presidente della Fondazione, Antonino Cattaneo. Precisamente, quest’anno il Governo ha deciso di non destinare un milione di euro (contributo che il centro riceveva dal 2012) alla ricerca. Ma di darne due allo staff di Lollobrigida.
Ora, siamo certi che non si sia trattata di una banale sottrazione seguita da un’addizione. E però, qualcosa non torna comunque in termini di priorità. E se la matematica non è un’opinione, è opinione diffusa, in questo Governo, che Lollobrigida (senza nulla togliere) vale più della ricerca, più di Rita Levi Montalcini.
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