domenica 3 dicembre 2023

Ponte sullo Stretto. Il 'Mausoleo' salviniano è inutile e pericoloso - secondo Mario Tozzi (da La Repubblica)

 


Mario Tozzi: “Il ponte sullo Stretto è un’opera inutile e pericolosa”
Mario Tozzi: “Il ponte sullo Stretto è un’opera inutile e pericolosa”

«Che senso ha costruire il ponte sullo Stretto, in una zona ad alto rischio sismico, che sfregerebbe il paesaggio circostante e per di più completamente inutile, diseducativo e dispendioso per la collettività?». Non c’è una sola ragione per il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, per cui valga la pena di realizzare questa grande opera. «A cosa serve se prima non viene ristrutturata la rete dei trasporti locali e se non si progetta un sistema antisismico per Reggio Calabria e Messina?», si chiede ancora lo studioso che ieri sera è andato in onda su Rai Tre con la puntata di Sapiens dedicata a Palermo.

Lei ha detto che con un sisma anche più debole di quello previsto dal progetto, il ponte sullo Stretto unirebbe due cimiteri: Messina e Reggio Calabria. La frase è stata riportata sui social dal ministro Salvini che ha parlato dei “signori del no senza vergogna”. Cosa risponde?

«Sono indignato, perché il ministro è chiaramente in malafede volendo insinuare il fatto che per me Reggio e Messina siano due cimiteri. Niente di più falso. Io ho semplicemente detto che nel caso di terremoto, le città sarebbero rase al suolo e che quindi, in questo caso, il ponte unirebbe due cimiteri. I denari pubblici dovrebbero invece servire a dotarle di un serio piano antisismico, visto che non esiste una zona nel Mediterraneo con rischio più elevato».

Perché tanta ostinazione nel volerlo realizzare a tutti i costi ?

«Per due fattori. Il primo di ordine ideologico, il secondo economico. Non esiste un calcolo dell’utilità, né sono stati eseguiti seri studi scientifici. E’ solo un armamentario ideologico per ricevere il consenso su una grande opera mangia soldi: 12 miliardi sono quelli previsti, ma sicuramente ce ne vorranno molti di più».

Dell’utilità del ponte a chi importa?

«Non gliene frega niente a nessuno. Quando il ponte venne proposto in regime di project financing, si è visto che sarebbe stato remunerativo qualora ci fossero stati centomila passaggi al giorno, ma considerate che gli attraversamenti oggi sono all’incirca 20mila».

Ai pendolari messinesi e reggini non servirà?

«Assolutamente no, i pendolari sono circa 10-12mila e chi abita oggi a Reggio e a Messina con l’ aliscafo può andare da una parte all’altra in 20 minuti. Se dovessero attraversare il ponte dovrebbero prendere la macchina e impiegherebbero molto di più».

Lei è stato recentemente in Giappone dove hanno realizzato il ponte di Akashi, il secondo più lungo al mondo. Quali differenze con il ponte sullo Stretto?

«Il ponte di Akashi era stato progettato oltre che per i collegamenti anche per la ferrovia, ma dopo il terremoto di Kobe, è stato deciso che non ci sarebbero stati treni. Nel caso del nostro Paese qualcuno potrebbe metterci la firma che il ponte ospiterà l’alta velocità?».

Dal punto di vista geologico la realizzazione del ponte sarebbe pericolosa?

«Certo, per la presenza di una faglia sotterranea e sottomarina che attraversa lo Stretto, probabilmente generatrice del terremoto del 1908. Il ponte, poi, sarebbe anche diseducativo».

In che senso?

«Si vuole dare l’idea che tutto sia possibile, invece dobbiamo imparare ad accordarci con il contesto naturale. Abbiamo visto che quando ci imponiamo con le grandi opere non va bene. L’esempio del Vajont dovrebbe valere per tutti».

Quali i rischi ambientali?

«Dal punto di vista paesaggistico sarebbe uno sfregio senza fine. Dicono che il ponte poggerà su due piloni uno a Cannitello e l’altro a Ganzirri, luoghi assai delicati per gli ecosistemi. Riusciamo a immaginare lo scempio? Inoltre anche sotto il profilo costituzionale ci sono problemi».

Si riferisce al nuovo articolo 9 della Costituzione su ambiente, biodiversità e ecosistemi?

«Esattamente. Il problema è stato anche sollevato dal costituzionalista Michele Ainis e io mi chiedo se in questo caso siamo proprio sicuri che esista un profilo di costituzionalità definito. Non credo affatto».

Secondo lei sulla faccenda è stato discusso abbastanza?

«Assolutamente no. Manca un dibattito pubblico nel quale si faccia luce sugli eventuali problemi tecnici e scientifici».

In molti pensano che prima del ponte si dovrebbe pensare ai trasporti nell’Isola. Che idea si è fatta?

«La Sicilia ha una rete ferroviaria e autostradale assolutamente inadeguata così come lo snodo messinese degli sbarchi, dovrebbe essere tutto sistemato».

C’è chi sostiene che il ponte sarebbe un’attrattiva turistica. Cosa ne pensa?

«Se uno dovesse venire in Sicilia soltanto per vedere l’orrendo ponte di cemento di 170mila tonnellate, direi di ricoverarlo”.

Dicono che lei faccia parte dei “professionisti del no”.

«Forse in Italia non sono stati detti abbastanza no, perché altrimenti il Paese non sarebbe in queste condizioni. Io sono favorevole ad alcune opere, ma mi oppongo ad altre la cui filosofia è sbagliata».

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