«Lasciamo alle spalle le divisioni e uniamo le forze! E, con l’aiuto di Dio, usciamo dalla notte delle guerre e delle devastazioni ambientali per trasformare l’avvenire comune in un’alba di luce». Papa Francesco è a Santa Marta ancora sofferente per l'infezione polmonare che non gli ha permesso di viaggiare fino a Dubai, ma il suo pensiero - quasi un lascito a futura memoria – arriva ugualmente alla Cop28 negli Emirati. «L'ora è urgente». La lettura del suo discorso è affidata al cardinale Pietro Parolin. «Ora come mai, il futuro di tutti dipende dal presente che scegliamo. Sono con voi perché la devastazione del creato è un’offesa a Dio, un peccato non solo personale ma strutturale che si riversa sull’essere umano, soprattutto sui più deboli, un grave pericolo che incombe su ciascuno e che rischia di scatenare un conflitto tra le generazioni. Sono con voi perché il cambiamento climatico è un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana».
La Chiesa di Francesco è impegnata da anni a educare verso nuovi stili di vita. Francesco chiede a tutti, in particolare ai cristiani, di dare una accelerata alla transizione ecologica. Come? «Attraverso l’efficienza energetica, l'introduzione di fonti rinnovabili; l’eliminazione dei combustibili fossili; l’educazione a stili di vita meno dipendenti da questi ultimi. Per favore: andiamo avanti, non torniamo indietro (...) La Storia ve ne sarà riconoscente»
Nessun commento:
Posta un commento