E alla fine Eike Schmidt si è fatto trovare in casa dalla destra sovranista, o almeno dal suo leader italiano, Matteo Salvini, che ieri sera, dopo l’orario di chiusura, ha visitato con una delegazione gli Uffizi, dopo averlo annunciato a gran voce nei giorni scorsi. Facendo pensare a una “visita’’ non solo al grande museo, ma appunto anche a Schmidt, direttore delle Gallerie nonché candidato sindaco in pectore (scioglierà però la riserva solo a gennaio) del centro destra fiorentino. La quindicina di ospiti dell’evento Free Europe, organizzato per oggi alla Fortezza da Basso dall’eurogruppo di estrema destra Identità e Democrazia, ha prenotato (e pagato) un giro agli Uffizi dopo la chiusura del museo (come è possibile per chiunque), si è presentata intorno alle 18,30 in un piazzale presidiato dalle forze dell’ordine, ed è entrata a gruppi, divisi per paesi, accompagnati ognuno da una guida turistica.
Mentre Salvini, a sorpresa, è entrato da un ingresso secondario e (da solo) ha subito incontrato Schmidt, facendosi fotografare con lui, entrambi sorridenti, davanti alla Maestà di Giotto. In qualunque altro momento la visita di ospiti stranieri a un museo sarebbe apparsa politicamente irrilevante, ma non oggi, con Firenze a fare da sfondo alla convention “nera’’, come l’ha subito battezzata la sinistra, e la candidatura “ballerina’’ di Schmidt, che tutti (anche a sinistra) stanno cercando di capire se si concretizzerà o no. E che magari avrebbe potuto implicitamente venire confermata proprio in questa occasione, con il direttore in veste di padrone di casa “engagé’’. Un modo per spingerlo in un angolo, e costringerlo a decidere, e per di più mettendo il cappello della destra radicale sulla candidatura lanciata da FdI (e accolta con meno entusiasmo da Forza Italia). Nel pomeriggio, fuori dal museo, Schmidt aveva avvertito i giornalisti che “in concomitanza” con la visita avrebbe partecipato “a due eventi già programmati” (fra cui uno sulla musica sacra nel Rinascimento, con donatori internazionali), e dunque non avrebbe potuto “prendere parte al tour” serale della delegazione. E però, sarebbe stato impossibile, per il direttore degli Uffizi, non salutare (almeno) in modo ufficiale un vice premier e ministro del governo in carica, presente alle Gallerie in veste di visitatore, sia pure "privato” (come sottolineato in serata in un comunicato ufficiale), se non a costo di una grave gaffe diplomatica. Ma da giurare che da oggi, sul rendez vous dei due, le illazioni politiche si sprecheranno.
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