( Lettera indirizzata al quotidiano La repubblica)
Egregio direttore,
con difficoltà vin co la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere nel corso dei 27 anni trascorsi accanto ad un uomo pubblico, imprenditore prima e politico illustre poi, qual è mio marito. Ho ritenuto che il mio ruolo dovesse essere circoscritto prevalentemente alla dimensione privata, con lo scopo di portare serenità ed equilibrio nella mia famiglia. Ho affrontato gli inevitabili contrasti e i momenti più dolorosi che un lungo rapporto coniugale comporta con rispetto e discrezione. Ora scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: " ... se non fossi già sposato la sposerei subito" "con te andrei ovunque".
Sono affermazioni che interpreto come lesive
della mia dignità, affermazioni che per l´età, il ruolo politico e
sociale, il contesto familiare (due figli da un primo matrimonio e
tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non possono
essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito ed all´uomo
pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute
privatamente, e con l´occasione chiedo anche se, come il personaggio
di Catherine Dunne, debba considerarmi "La metà di niente".
Nel corso del rapporto con mio marito ho scelto di non lasciare
spazio al conflitto coniugale, anche quando i suoi comportamenti ne
hanno creato i presupposti. Questo per vari motivi: per la serietà e
la convinzione con la quale mi sono accostata a un progetto familiare
stabile, per la consapevolezza che, in parallelo alla modifica di
alcuni equilibri di coppia che il tempo produce, è cresciuta la
dimensione pubblica di mio marito, circostanza che ritengo debba
incidere sulle scelte individuali, anche con il ridimensionamento,
ove necessario, dei desideri personali. Ho sempre considerato le
conseguenze che le mie eventuali prese di posizione avrebbero potuto
generare a carico di mio marito nella sua dimensione extra familiare
e le ricadute che avrebbero potuto esserci sui miei figli.
Questa
linea di condotta incontra un unico limite, la mia dignità di donna
che deve costituire anche un esempio per i propri figli, diverso in
ragione della loro età e del loro sesso. Oggi nei confronti delle
mie figlie femmine, ormai adulte, l´esempio di donna capace di
tutelare la propria dignità nei rapporti con gli uomini assume
un´importanza particolarmente pregnante, almeno tanto quanto
l´esempio di madre capace di amore materno che mi dicono rappresento
per loro; la difesa della mia dignità di donna ritengo possa aiutare
mio figlio maschio a non dimenticare mai di porre tra i suoi valori
fondamentali il rispetto per le donne, così che egli possa
instaurare con loro rapporti sempre sani ed equilibrati.
RingraziandoLa per avermi consentito attraverso questo spazio di esprimere il mio pensiero, La saluto cordialmente.
Veronica Lario
(Post su Instagram)
La mia relazione con Andrea Giambruno, durata quasi dieci anni, finisce qui. Lo ringrazio per gli anni splendidi che abbiamo trascorso insieme, per le difficoltà che abbiamo attraversato, e per avermi regalato la cosa più importante della mia vita, che è nostra figlia Ginevra. Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto. Difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia, e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio. Non ho altro da dire su questo.
Ps. tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua.
Giorgia
Meloni
Nessun commento:
Posta un commento