venerdì 20 ottobre 2023

Paolo Pinamonti 2: sarei rimasto volentieri allo Sferisterio (da Il Resto del Carlino, di Chiara Gabrielli). Con una nostra noterella

 "Non mi sono ancora state comunicate le motivazioni con cui il Cda ha deciso la rescissione del contratto che avevo firmato con l’associazione Sferisterio nel febbraio 2022 per le tre edizioni del Festival 2022, 2023 e 2024. È evidente che mi sarebbe piaciuto poter portare a termine un progetto triennale a cui avevo lavorato con grande entusiasmo e grande passione, ma purtroppo ci sono decisioni che travalicano le volontà dei singoli". 

Di certo non se n’è andato col sorriso sulle labbra il direttore artistico dello Sferisterio, Paolo Pinamonti: ieri è terminata la sua avventura ai vertici dell’Arena maceratese. Lo ha annunciato con poche righe il Cda dell’associazione: "L’11 settembre Pinamonti ha comunicato al Cda di essere entrato in regime di quiescenza" e il Cda, "verificate la situazione, le norme di legge e le alternative, vista peraltro l’indisponibilità del direttore artistico di proseguire l’incarico a titolo gratuito, ha deliberato, suo malgrado, di rescindere l’incarico". 

Secondo la legge Madia (divieto di incarichi retribuiti a soggetti in quiescenza), Pinamonti non può più ricoprire questo ruolo. Il Cda ha avviato subito le procedure per la nuova nomina: sarebbe orientato verso Paolo Gavazzeni (tra coloro che avevano partecipato all’ultima selezione con Pinamonti): già nella direzione artistica del Teatro della Scala, è stato direttore artistico della Fondazione Arena di Verona e lo è del canale tv Classica Hd di Sky. 

"Desidero ringraziare tutto il personale dello Sferisterio – continua Pinamonti –, con cui in questi anni si è creato un forte legame di amicizia oltre che professionale. Venendo spesso a Macerata ho trovato in tutti i collaboratori, tecnici di palcoscenico, musicisti della Filarmonica marchigiana, del Coro Bellini e altri gruppi artistici un alto livello di professionalità e di dedizione al lavoro, che ci hanno fatto raggiungere, nelle due edizioni che ho diretto, notevoli successi di pubblico e di critica. Un grazie di cuore a tutti. Sono altrettanto sicuro che il Mof, per la sua storia, saprà affrontare e superare queste nuove fibrillazioni". 

A proposito di fibrillazioni: non si può dire fosse un clima disteso quello della seduta del cda di ieri. Alcuni consiglieri avrebbero voluto che Pinamonti restasse, con un escamotage, e cioè in veste di direttore musicale al posto di Donato Renzetti, ma altri hanno ritenuto che fosse troppo rischioso, poteva apparire come un tentativo di elusione della legge Madia. Pinamonti, comunque, sarebbe voluto restare sì, ma nella sua posizione contrattuale attuale e non come direttore musicale, sperando che il Cda si assumesse in qualche modo il rischio. Pinamonti non ha lasciato contento la sua ultima riunione maceratese. 

"Una situazione delicata – le parole del sindaco Sandro Parcaroli, presidente del Cda –, ci dispiace tantissimo. Abbiamo provato a trattenerlo, avrebbe potuto continuare per un altro anno ma a titolo gratuito. Stiamo cercando il nuovo nominativo, si può procedere per chiamata senza passare per un bando".

 Pinamonti, docente in pensione alla Ca’ Foscari di Venezia, questa estate è stato chiamato dalla Regione Emilia Romagna alla guida della Fondazione Arturo Toscanini (2023-2028) ed è direttore della Fundacion Manuel De Falla di Granada. Alla fine del 2022, il Carlino aveva dato notizia del fatto che Pinamonti aveva tentato la selezione per il Regio di Parma e per il Rof di Pesaro. Nel primo caso, è stato scelto il maceratese Luciano Messi, ex sovrintendente dello Sferisterio a cui il Comune ha dato il benservito.

                                                     *****

P.S. 

Lo Sferisterio avrebbe proposto a Pinamonti due possibili soluzioni, per annullare la sua uscita, per raggiunti limiti di età. 

Una abbastanza dolorosa per il diretto interessato: proseguire, cioè, nella direzione artistica dello Sferisterio per il terzo ed ultimo anno del suo mandato, ma a titolo gratuito. Che Pinamonti ha giustamente rifiutato perchè non si può lavorare gratis, ed  anche perchè da poco sulla sua testa è caduta la tegola economica lanciata dalla Università di Venezia che vuole la somma di 500.000 Euro circa, che è quanto percepì nel suo ruolo di direttore artistico al Teatro San Carlo di Napoli, perchè incompatibile con il suo incarico universitario, perchè non ha chiesto la prevista autorizzazione. A noi viene in mente che  Paolo Pinamonti è da decenni che svolge ruoli di direttore artistico in  Italia ( Fenice) e fuori ( Lisbona, Madrid) ; per quelli ha sempre chiesto autorizzazione all'Università? E se non anche per quelli dovrà restituire i soldi percepiti? L'autorizzazione non è richiesta per gli incarichi all'estero? E se l'ha richiesta per i suoi precedenti incarichi- per i quali non gli viene richiesta la restituzione delle somme percepite, perchè si sarebbe dimenticato di farlo nel caso ultimo dello Sferisterio?

 Ma anche l'altra soluzione proposta è apparsa inaccettabile a Pinamonti: diventare direttore musicale, incarico per il quale non è richiesta l'autorizzazione prevista invece per la direzione artistica.

 Innanzitutto perchè l'incarico del direttore musicale è solitamente attribuito ad un direttore d'orchestra che dirige an che le produzioni dell'ente. E Pinamonti non ha mai diretto in vita sua; si sarebbe trattato solo un un escamotage per aggirare furbescamente la legge Madia, e, perciò,  a rischio di  provvedimenti . E, soprattutto, perchè dovendo insediare Pinamonti, occorreva che Donato Renzetti, direttore musicale dello Sferisterio, si dimettesse da tale incarico, pur restando tale nei fatti.

 Insomma nell'una come nell'altra soluzione, un pasticcio per superare,  anzi aggirare la legge.  Perciò bene ha fatto Pinamonti ad andarsene. Non ha un nuovo incarico a Parma alla Fondazione Toscanini? 

Ha paura di 'non arrivare alla fine del mese'? Non crediamo. Dopo anni di lavoro all'università e nei teatri deve aver raggiunto, a seguito di corposi contributi, una bella pensione. Se la goda. 

Anche se c'è poco da godere almeno per noi, sia perchè la nostra di pensione è di gran lunga inferiore a  quella di Pinamonti, sia perchè nonostante avessimo avuto noi, come del resto lui, una bella carriera professionale, non  siamo rimasti a galla come lui. E allora ci tocca ammettere  che siamo stati meno bravi di lui (Pietro Acquafredda)

Nessun commento:

Posta un commento