L'organo Antegnati del Duomo Vecchio di Brescia venne iniziato nell'ottobre del 1536 e ultimato e inaugurato nel gennaio del 1538. Ne è l'artefice Gian Giacomo Antegnati, figlio di Bartolomeo Antegnati, membro di un'importante famiglia di organari bresciani, attiva tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVIII secolo a Brescia, nel Nord Italia, in Svizzera e Germania. Artigiani geniali, attivi per due secoli, gli Antegnati sono stati protagonisti nel perfezionamento dell'arte di costruire, riformare, restaurare e suonare organi, ma anche cembali e spinette. Gian Giacomo Antegnati fu attivo a Brescia, Milano, Varese, Verona, tra il 1515 ed il 1550 costruendo in Brescia gli organi per le chiese di S. Maria delle Grazie, di S. Faustino, ed il ben più importante organo per il Duomo vecchio di Brescia (1536-1537). Un primo intervento di restauro dell'organo fu affidato nel 1826 ai fratelli Serassi con l'obbligo di mantenere tutte le milletrecento canne del XVI sec., riconoscendo a queste solidità, dolcezza e perfezione senza pari. L'organo, oltre alle pregevoli qualità musicali, vanta anche delle ante dipinte dal celebre pittore rinascimentale Girolamo Romanino. Oggi, purtroppo, le canne sono divorate dal cancro dello stagno, la pittura ed il fondo in gesso mostrano evidenti segni di distacco, ed è in corso da tempo un attacco di insetti xilofagi a tutte le parti lignee. Grazie alla mobilitazione popolare e ai numerosi voti raccolti al censimento 2014 il FAI ha potuto attivarsi in favore di questa realtà.
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