mercoledì 25 ottobre 2023

Bocciato lo Stravinsky compositore, promosso il memorialista ( da Il Foglio, di Camillo Langone)

 Vorrei riuscire ad apprezzarla la musica di un compositore amante della corrida, ma faccio fatica. E' un incubo

Meglio lo Stravinskij memorialista dello Stravinskij musicista. Per le mie orecchie almeno. Leggo con grande piacere “Ricordi e commenti” di Igor Stravinskij e Robert Craft (lo storico assistente), pubblicato da Adelphi. Un passaggio su tutti: “Negli anni di Biarritz diventai un aficionado della corrida di Bayonne e ci andai più volte. Ero là con Rubinstein nella tragica circostanza in cui il toro si liberò di una banderilla e la fece volare per l’aria nel cuore del console generale del Guatemala, che stava vicino al parapetto e che morì all’istante”. Vorrei riuscire ad apprezzarla la musica di un compositore amante della corrida, ma faccio fatica: a Debussy “Le Sacre du printemps” sembrò un “magnifico incubo”, per me vale solo il sostantivo. Grazie a Dio, proseguendo nella lettura, scopro lo Stravinskij religioso. Nella vita: “Bisogna essere credenti, e non solo credenti in figure simboliche, ma nella persona del Signore, nella persona del Diavolo, e nei miracoli della Chiesa”. E nella musica: “Pater noster”, “Credo”, “Ave Maria”, un’intera Messa... I brani sacri mi risultano più ascoltabili: hanno più senso e meno note. E però continuo a preferire lo spirito, l’intelligenza, la curiosità dello Stravinskij memorialista (così come preferisco il Verdi epistolografo al Verdi melodrammatico).

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  In tutta evidenza il noto giornalista Camillo Langone appartiene a quella folta schiera di intellettuali italiani che fuori dal loro orizzonte di interessi, commettono errori grossolani che non meriterebbero di per sé neanche un commento. Che noi invece ci azzardiamo a proporre.

 Innanzitutto stupisce che Langone prenda fra le mani solo ora, in occasione dell'ennesima edizione italiana, per Adelphi, un testo che ha oltre mezzo secolo di vita editoriale; e sconfinati generali apprezzamenti. 

Nel quale al di là di  giudizi 'fuori di testa' assai comuni fra musicisti, che 'se le suonano di santa ragione' , e assai simili a quello che Debussy diede del suo Sacre , c'è una miniera di intuizioni, di racconti che non sono lontani dalla letteratura, lambiscono le arti tutte, che sono poi i settori che Langone frequenta abitualmente  e per le quali ha tutta l'autorizzazione ed il diritto ad esprimersi. Anche con strafalcioni clamorosi, come quello sul Verdi , epistolografo' per lui migliore del melodrammatico.

 Legga  pure con ammirazione lo Stravinskij 'memorialista' e il Verdi 'epistolografo',  ma lasci stare i 'santi' Stravinskij e Verdi musicisti sommi. Che l' onore degli altari l'avrebbero anche senza  essere memorialisti e epistolografi, e nonostante Langone.

 Posso solo aggiungere a sua discolpa che mi è capitato altre volte di incontrare uomini di lettere,  ed anche qualche grande scrittore, del tutto insensibili alla musica; mentre al contrario, sempre più spesso i musicisti sono aperti alle altre arti.

Quale conclusione Langone trarrebbe se sfogliasse gli scritti, che so, di Schumann?

 Un solo consiglio ci viene da dargli: prudenza!                                                                                              (Pietro Acquafredda)

 


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