In realtà, il locale è stato realizzato con la specifica funzione di teatro nel 1913, al posto della preesistente struttura in legno che aveva analoga destinazione, ed è quindi un bene culturale tutelato.
L’avviso di vendita ha suggerito a Matteo Spada, consigliere comunale d’opposizione di “Gallipoli 73014”, di dare voce alle preoccupazioni dei cittadini che ritengono debba essere preservata la funzione di contenitore storico-culturale del Teatro. In conseguenza, “esorta l’amministrazione e in particolare il sindaco Stefano Minerva, che ha trattenuto a se la delega alla cultura”, a valutare l’acquisizione del teatro, ovviamente onerosa, “per assicurare che continui a brillare come luogo di incontro, cultura e intrattenimento per le tante associazioni e per le future generazioni”.
Sulla vicenda interviene anche Achille Maggino, direttore artistico del Teatro, di cui ha curato la riapertura un paio d’anni addietro e che, a quel che si conosce, è titolato a gestirlo per altri sette anni. Ed evidentemente per questo motivo, sostiene che la procedura dell’eventuale vendita non intacca la sua attività in campo cinematografico e teatrale che ha segnato la rinascita del “Tito Schipa”, anche con il supporto e la collaborazione di Minerva, con cui condivide il desiderio di riportarlo ai massimi livelli.
Maggino, ricordati la serie di spettacolo sold-out e la posizione di vetta nella classifica di vendita dei biglietti cinematografici in provincia che caratterizzano la sua gestione della struttura, ringrazia e rassicura coloro che gli stanno dimostrando affetto e preoccupazione: «Quanto accade concorre a stimolare ancora di più la mia creatività e la voglia di fare sempre meglio».
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