Non chiederti cosa può fare il tuo teatro per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo teatro". Citando l'ex presidente americano John Fitzgerald Kennedy, la Fondazione Petruzzelli di Bari lancia una nuova azione strategica per "rafforzare la propria capacità di autofinanziamento" attraverso una campagna per diventare 'Donor'.
Privati cittadini e aziende potranno aderire versando una somma (che può diventare anche un'agevolazione fiscale) sostenendo così le attività della Fondazione: "A fronte dell’investimento che ognuno deciderà di produrre - si legge in una nota del Petuzzelli sui social - è offerta la possibilità di defiscalizzare in 3 esercizi fiscali fino al 65% del contributo versato".
L'ente lirico ringrazierà i 'Donor' per il sostegno con particolari benefici: l’esclusiva possibilità di partecipare ad eventi e manifestazioni, inviti a loro unicamente riservati, l’ingresso alle prove di prestigiosi concerti e opere liriche, incontri con gli artisti, un servizio prioritario di prenotazione dei biglietti e tante altre opportunità.
Le categorie di 'Donor' previste sono 4:
supporter (minimo di 200 euro donati da persone fisiche e 2mila per fondazioni e associazioni),
promotore (da 1000 e 5mila),
benefattore (da 6mila e 12mila)
mecenate (da 10mila e 25mila)
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Si capisce subito che l'invito a dare soldi al rinato Teatro Petruzzelli, trasformato in Fondazione, è rivolto ad un ceto sociale se non proprio alto, almeno medio alto. Perchè la parola d'ordine in cui si concretizza l'invito, non italiana: DONOR, chissà quali ilarità e sarcasmi suggerirà all'anima burlona dei normali cittadini baresi nella loro celebratissima lingua.
Immaginiamo già Lino Banfi, in una prossima uscita, ironizzare a suo modo su quella parola d'ordine, inutile, troppo sofisticata stupidamente inglese, quando più chiaro, comprensibile sarebbe apparso a tutti, ricchi e poveri acculturati e non, istruiti e semianalfabeti, l'italiano Donatori, o il semplice verbo Dona, magari seguito da un punto esclamativo.
Certamente al troppo intellettuale sovrintendente del Teatro barese, Biscardi, da poco anche Accademico di Santa Cecilia (per intercessione del suo amico dall'Ongaro, celebrato nel teatro di Bari), l'italiano non basta, mentre basta e avanza a noi e a quasi tutti i baresi (Pietro Acquafredda)
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