La revisione delle aliquote di rendimento per le pensioni liquidate a partire dal prossimo anno potrebbe costare anche molto cara ai 700 mila dipendenti degli enti locali, della sanità, delle scuole paritarie e agli iscritti all’ex cassa per le pensioni oltre che agli ufficiali giudiziari, agli aiutanti ufficiali giudiziari ed ai coadiutori che andranno in pensione nei prossimi anni.
A seconda del loro reddito e soprattutto dei contributi versati prima del 1996, anno in cui è stato introdotto il calcolo contributivo delle pensioni, secondo le stime elaborate dal responsabile delle politiche previdenziali della Cgil Enzo Cigna, questi lavoratori arriveranno a perdere tra 6.500 ed 11 mila euro lordi all’anno di pensione.
A questa platea di lavoratori, infatti, il governo con la nuova legge di bilancio, ha deciso di applicare dei coefficienti molto meno favorevoli di quelli attualmente in vigore (e risalenti al 1965) per cui tanto meno sono i contributi versati prima tra il 1981 ed il 1995 e tanto più alto sarà il taglio a loro carico. E così con anzianità retributiva di un anno con 30.000 euro di retribuzione lorda si può raggiungere un taglio di 6.586 euro, per 40.000 di 8.782 euro e per 50.000 di 10.978 euro. Per anzianità più marcate il taglio diminuisce ma comunque è ancora molto significativo. Se si prende a riferimento una pensione di vecchiaia con decorrenza nel 2024 con 67 anni età e 35 anni di contribuzione, ad esempio, il taglio per retribuzioni da 30.000, 40.000 o 50.000 può raggiungere rispettivamente 4.432, 5.910 e 7.387 euro. Calcolando tale impatto sull’attesa di vita media questo si traduce in un taglio cumulato che potrà raggiungere un minor guadagno pari a 70.912 euro per chi ha un reddito lordo di 30 mila euro, di 94.560 euro con 40 mila euro di retribuzione sino ai 118.192 euro per chi ne percepisce 50.000.
"Nonostante i tanti slogan, si tagliano ancora una volta le pensioni, in particolare le pensioni dei pubblici dipendenti. L’esecutivo con la prossima legge di bilancio riuscirà a peggiorare la Legge Monti-Fornero e a sottrarre dalle tasche dei dipendenti pubblici - futuri pensionati, migliaia di euro" protestano in una nota congiunta la Funzione pubblica e la Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil, che parlano di «tagli pesantissimi».
«Non solo sulle pensioni il governo non darà risposte a giovani, donne e pensionati ma sta decidendo di fare cassa sulle pensioni dei pubblici – conclude la loro nota -. Anche per questo motivo le ragioni della nostra mobilitazione si rafforzano a partire dagli scioperi già proclamati nelle prossime settimane, che vedono al centro il tema delle pensioni».
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