Il Tribunale di Napoli finalmente si è espresso: Lissner resta al San Carlo; il ricorso della Fondazione San Carlo è respinto. E due! ha cantato il sovrintendente francese ed il suo agguerrito collegio difensivo.
Ultimo atto per chiudere definitivamente la vicenda è il parere della Consulta alla quale sono stati inviati gli atti del caso: ora la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla norma "incriminata".
Lissner resta dunque, e resterà, ormai è certo, fino alla fine del suo mandato; e Fuortes che farà? Come già preannunciato attraverso una lettera inviata alla Fondazione - di cui però non consociamo il testo - a sua volta minaccia ricorso. Contro chi? Contro il ministero? Contro il teatro, dal quale per bocca del sindaco e presidente del San Carlo, Manfredi, ha ricevuto il benservito ma con tutti gli onori: 'ha ben operato (nei cinque o sei giorni che è stato sovrintendente'), l'ha salutato - esagerato un simile panegirico, ma forse MANFREDI ha pensato di poter calmare i bollenti spiriti dell'ormai ex sovrintendente.
Ora però il problema diventa ancora più complesso: che farà il Governo ed il ministro Sangiulinao, preposto a tutta questa faccenda e che, per assecondare la famelica occupazione della Rai della Meloni, cominciò per primo e prima ancora che il governo varasse quel suo decreto, ad attaccare, senza motivo, e senza averne minimamente le competenze tecniche. Sangiulinao non è in grado di giudicare l'operato di Lissner, e pur lo ha fatto; giacchè a Napoli è stato da tutti lodato ed ha un curriculum che nessun altro può ad oggi vantare.
Sarebbe, una sentenza della Consulta di 'illegittimità della norma', uno schiaffo sonoro e pubblico al Governo pasticcione e assetato di poltrone, altro che 'facciamo il bene degli italiani', come va dicendo ogni momento.
La storia dunque continua.
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