mercoledì 6 settembre 2023

Verona. Tensioni fra sindaco Tommasi e sovrintendente Gasdia (da Verona Sera) Che c'entra Mazzi che è sempre dalla parte della Gasdia, anche quando non dovrebbe e potrebbe?

Far ripartire Fondazione Arena da zero. Per il Partito Democratico di Verona è questa la soluzione migliore per superare lo stallo che si è venuto a creare nei vertici dell'ente lirico. Stallo che, se non ci saranno passi indietro, andrà avanti per almeno due settimane. E poi sarà il tribunale a decidere sulla correttezza degli atti contestati.

Una contesa che il presidente di Fondazione Arena e sindaco di Verona Damiano Tommasi porta avanti contro la sovrintendente Cecilia Gasdia, la quale è stata riconfermata nonostante la contrarietà di Tommasi. Una contesa che Tommasi porta avanti con il sostegno del Partito Democratico che oggi, 4 luglio, ha riconfermato il suo appoggio ed ha suggerito di «azzerare tutto» per far «tornare le condizioni di un dialogo utile a ripartire».

La linea del PD veronese su Fondazione Arena è stata illustrata dal segretario provinciale Franco Bonfante, dalla segretaria del PD della città di Verona Alessia Rotta e dai consiglieri comunali Fabio Segattini, Alberto Falezza, Francesco Casella e Carla Agnoli. «L'Arena è un bene della città - hanno esordito gli esponenti dem - questo significa che l’interesse di tutti deve prevalere sugli interessi dei privati, che è necessaria una collaborazione tra Comune, Fondazione e chi organizza i concerti, che le scelte artistiche e di accesso all’anfiteatro devono essere trasparenti e che le esternalità sulla città devono essere ricomprese nei costi di affitto».

Bonfante, Rotta e i consiglieri comunali del PD hanno ribadito il loro appoggio all'azione legale di Tommasi contro le nomine del cda di Arena di Verona, la società controllata da Fondazione Arena a cui viene affidato il compito di organizzare i concerti non lirici in Arena. Queste nomine sono state fatte dalla sovrintendente Gasdia, la quale si è posta anche al vertice di Arena di Verona. Mossa ritenuta illegittima da Tommasi, il quale ha dichiarato di non aver ottenuto risultati comportandosi in modo conciliante. E quindi per il sindaco non era rimasta altra strada che rivolgersi ai giudici.
Ma quello delle nomine non è l'unico elemento di criticità per il Partito Democratico locale, il quale contesta anche una delibera approvata dalla giunta comunale dell'ex sindaco Federico Sboarina. Questo atto contiene «lo schema di accordo per la concessione in uso gratuito dell'anfiteatro Arena a Fondazione Arena di Verona e, in sub concessione, ad Arena di Verona, per il periodo 2022-2025», hanno evidenziato i segretari e i consiglieri PD, i quali ritengono che la delibera «avrebbe dovuto fare un passaggio in consiglio comunale, cosa che non è avvenuta. Inoltre, nei precedenti atti fondamentali non era stata citata la possibilità della sub-concessione, aspetto tutt’altro che marginale». Sulla delibera in questione, però, i termini per la presentazione di un ricorso sono scaduti. «Tuttavia la revoca o il recesso dal contratto potrebbe comportare l’annullamento in autotutela del provvedimento».

Quindi, l'azzeramento suggerito dal PD comprende anche la possibilità di troncare con il contratto in essere per sottoscriverne uno nuovo. «Va avviata al più presto la procedura di recesso dal contratto di concessione e subconcessione, diffidando Arena di Verona dallo stipulare contratti con gli artisti per il 2024 - hanno affermato Bonfante, Rotta, Segattini, Falezza, Casella e Agnoli - Volendo, poi, vi sono inoltre i presupposti per la revoca della concessione nei confronti di Fondazione Arena e conseguentemente della sub-concessione ad Arena di Verona, poiché gli atti compiuti dalla sovrintendente sono risultati illegittimi. Tale scelta darebbe maggiore autonomia al Comune nella programmazione ed esecuzione dei lavori in Arena in previsione delle Olimpiadi Invernali 2026, ed eviterebbe l’accumularsi nel medesimo periodo di più iniziative, tra loro scoordinate».

Infine, Il Partito Democratico ha chiesto al sindaco di valutare un ritorno al passato e cioè che la gestione dei concerti non lirici torni in mano al Comune di Verona «per garantire quel coordinamento tra le numerose iniziative di carattere turistico, sportivo, artistico e di altra natura che gravitano intorno all’Arena».

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