Siamo sicuramente alla vigilia di un grossa offensiva da parte dell’Ucraina, il cui principale obiettivo sarà probabilmente il Mare di Azov, nel tentativo di tagliare il collegamento con la Crimea". Lo dice al Corriere della Sera Dmitrij Suslov, consigliere del Cremlino, che dirige il Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola superiore di Economia di Mosca, evidenziando come "dalla prospettiva russa l'Occidente scommetta molto sul successo dell'offensiva, sia per ragioni militari poiché la quantità di armi e munizioni che può fornire a Kiev comincia a scarseggiare" che "per ragioni politiche".
"L’Occidente ha un interesse fortissimo che l’offensiva ucraina sia vincente. Perché se questo non dovesse accadere, nella seconda parte dell’anno Kiev si troverebbe in una posizione molto più debole e allora sarebbe la Russia a lanciare la sua offensiva - afferma - Non dobbiamo esagerare, né sottovalutare il potenziale militare dell’Ucraina. Guardiamo i numeri però: finora secondo le nostre stime, sono stati consegnati 57 nuovi tank su 300 promessi, compresi i Leopard 2 tedeschi e i Challenger britannici. Ma anche se arrivassero tutti, non sarebbero molti. Tenuto conto anche del resto, blindati, obici, munizioni e caccia, quella ucraina è una minaccia seria". Ma, prosegue, "non credo che queste siano le 'armi magiche', in grado di fare la differenza sul terreno".
"La questione più importante è cosa succederà se gli ucraini falliscono, nonostante tutti questi aiuti? L’Occidente non avrà molto per rimpiazzare questo arsenale. L’Ucraina si troverà quasi scoperta. Mentre la Russia, come hanno correttamente valutato alcuni media occidentali, mobiliterà 400mila nuovi volontari entro la fine dell’anno e sarà pronta a lanciare una vera offensiva". E per Suslov, "è zero la probabilità" di avvio di negoziati. "L’Occidente non permetterà all’Ucraina di entrare, né parteciperà in alcun negoziato prima dell’offensiva di primavera. La nostra lettura della posizione occidentale è che se l’attacco ucraino ha successo e la Crimea sarà minacciata, allora la situazione sarà propizia a un negoziato - afferma - Ma se questo non succede, sarà la Russia a non consentire alcuna trattativa prima della sua controffensiva in autunno. Non mi aspetto nulla sul fronte negoziale entro il 2023".
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