È stato rimandato al 5 febbraio un processo per diffamazione che vede imputato Alexei Navalny, l'ultimo guaio giudiziario del dissidente anti-Vladimir Putin.
Non poteva presenziare all'udienza, trovandosi in quarantena anti-Covid in carcere, dopo l'arresto domenica all'aeroporto di Mosca-Sheremetyevo per violazione dei termini di un altro procedimento a suo carico. Stava rientrando dalla Germania, dove era stato curato per un avvelenamento per il quale ha accusato il Cremlino. Quest'ultimo ha negato ogni addebito.
"Sta bene", ha detto Vladimir Kobzev, uno dei suoi avvocati, "Ha dormito, è di buonumore e pieno di energia, per quanto si possa esserlo in una simile situazione. Non ha detto se sia sotto pressione, solo che è ben nutrito e che le sue condizioni sono buone. È da solo in cella e sta facendo la quarantena".
Ma anche dietro le sbarre Navalny non tace. Martedì sul suo canale YouTube è stata pubblicata un'inchiesta che attribuisce a Putin un palazzo principesco sul Mar Nero, una proprietà da 7800 ettari con ogni lusso, del valore di oltre un miliardo di euro, che l'attivista dice essere stata finanziata con la più grande tangentopoli della storia.
Il video dopo 24 ore conta oltre 25milioni di visualizzazioni.
Il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ha smentito che si tratti di una residenza di Putin perché, ha detto, "tutti i suoi beni vengono ufficiamente elencati nella sua dichiarazione dei redditi annuale".
Formalmente la tenuta appartiene ad Alexander Ponomarenko ma, dice Navalny, "Nessun uomo d'affari ha una no-fly zone sulla sua villa e viene difeso dalla guardia presidenziale".
La moglie del dissidente,Yulia, intanto esprime la sua angoscia sui social. Ritiene di essere costantemente pedinata dalla polizia. Sul suo account Instagram ha postato una foto di un'auto per dimostrarlo.
Nessun commento:
Posta un commento