giovedì 21 gennaio 2021

Teatro alla Scala. Meyer annuncia la 'svolta green' del teatro

 Scrivendo, appena ieri, delle novità di teatri e istituzioni musicali in epoca e in conseguenza del Covid, ci siamo dimenticati di annotare una novità  che viene dalla Scala, annunciata con enfasi dal sovrintendente Meyer: la cosiddetta 'svolta green' del teatro. 

In che cosa consiste tale svolta epocale? In un minore dispendio di carta, per evitare che le fasi di produzione della carta nel mondo rechino ulteriori danni all'ecosistema della terra. Come?

 Praticamente, d'ora in avanti, i musicisti  quando si recheranno in teatro - naturalmente dicendo musicisti intendiamo tutti i musicisti: strumentisti, cantanti, direttori - dopo aver effettuato il tampone sanitario (che orami è diventato una regola nei teatri onde evitare focolai di contagio), ed essersi disinfettate le mani, riceveranno mascherina, e un tablet, sul quale è stata  ripresa la partitura intera (per il direttore) e le singole parti sia strumentali che vocali. Una volta giunti al proprio posto accenderanno il tablet sul proprio leggio e le pagine della musica in prova cominceranno a scorrere. 

Non è una novità assoluta, abbiamo già visto in tv concerti nei quali i musicisti  esibiscono in bella mostra i loro tablet che  azionano ogni volta che occorra voltar pagina. Non crediamo che siano così intelligenti che arrivati all'ultima nota voltino pagina da soli. O no? Nel caso delle prove il tablet può essere di grande utilità perché permette di andare avanti e indietro in un baleno. Come può essere ugualmente  di pratica utilità nel caso di concerto all'aperto onde evitare, come tante volte si è visto, che i fogli cadano dal leggio e siano portati via da un colpo di vento, se non adeguatamente fermati.

E' dunque questa svolta della Scala doppiamente utile: una volta perché fa risparmiare carta, una seconda perché, durante le prove più che nell'esecuzione davanti al pubblico, consente di girare in un attimo qualunque pagina. O forse esiste già un sistema che permette, ad esempio, al direttore, durante le prove di mandare lui un segnale ai tablet di tutti gli orchestrali, perché si riportino alla battuta stabilita per la ripetizione? Dovrebbe esistere, perchè ricordiamo di aver ascoltato al computer una esecuzione mentre sullo schermo appariva la partitura della relativa musica che cambiava di pagina ogni volta che era necessario.

Tutto bene  quel che finisce bene. Ma, se , puta caso, si verifica un problema al tablet - che è sempre un congegno elettronico che può incepparsi, spegnersi o chissà cos'altro - un blackout, ad esempio, che si fa, come si rimedia? Già immaginiamo, ma senza augurarlo, i volti sbalorditi degli orchestrali in balia di un aggeggio che li ha traditi e in un attimo distrugge ore ed ore di prova.  E allora, fregandosene del risparmio della carta, la invocheranno benedetta! Perchè la carta, a differenza del tablet, si fa docilmente maneggiare ogni volta che lo si desidera, e non tradisce mai. A meno che  un  foglio  non sia sparito o  non sia stato, erroneamente, messo al suo posto nella sequenza.

 E in quel caso Meyer che farebbe, se simili episodi dovessero, pur raramente, verificarsi? Tornerebbe, nuovo Trump, a cancellare la strombazzata 'svolta green' del suo teatro? Beh, intanto e comunque un pò di carta l'ha fatta risparmiare.   

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