Le voci si rincorrevano da mercoledì sera (13 gennaio), da quando alla fine di un incontro con il Cda del Teatro Comunale Abbado convocato in fretta e furia, è iniziata a trapelare la voce: Mario Resca si è dimesso, non è più presidente. Nel pomeriggio di oggi, 14 gennaio, la conferma ufficiale. Ma se ancora poco è dato sapere sulle motivazioni che, a distanza di un anno dalla sua nomina, hanno spinto il manager a dimettersi dall’incarico di presidente della Fondazione Teatro Comunale, è però innegabile che nelle ultime settimane si erano creati non pochi dissapori tra Resca e chi ha scelto Moni Ovadia (Vittorio Sgarbi) come direttore artistico del teatro. Resca, e parte del Cda con lui, non avrebbe gradito l’intromissione del presidente di Ferrara Arte, sempre Sgarbi, sulla decisione del nuovo direttore artistico. Da qui le dimissioni dal ruolo di presidente. Mario Resca, per ora, si è limitato a parlare di "divergenti determinazioni"
Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, ha detto: “Ringrazio Mario Resca per il lavoro che ha svolto e per l’impegno che ha sempre manifestato. Mi auguro che, a prescindere dalle decisioni personali, che rispetto, voglia continuare a garantire, nelle forme e nelle modalità che riterrà, un contributo alla vita culturale cittadina. Tanto è stato fatto in questi mesi, penso al concerto, storico, di Riccardo Muti, a quello di Maurizio Pollini, alle produzioni streaming, e tv, di Alessandro Baricco e Simone Cristicchi. Per la prima volta dai tempi di Claudio Abbado il Teatro comunale è tornato a produrre progetti artistici propri valorizzando le sue eccellenze”.
E ancora: “Con “Tempo d'estate in Castello”, il teatro è uscito dalle sue mura e si è aperto alla città. La programmazione delle diverse stagioni teatrali ha previsto alcune prime assolute ed ha saputo far fronte alle chiusure e restrizioni decise dal governo. Il 27 di gennaio Moni Ovadia e Corrado Augias parleranno, in uno spettacolo streaming, del valore della memoria, proprio in occasione del “Giorno della memoria”. Confido nella collaborazione di tutti per garantire, pur nel cambiamento in corso, continuità ai tanti progetti avviati. Da parte nostra - ha continuato Fabbri - concentreremo l’impegno per assicurare la massima trasparenza delle scelte e la più veloce transizione possibile".
Il sindaco ha poi rinnovato la volontà di lasciare piena autonomia decisionale al teatro, per rispetto della Fondazione, per amore della libertà e delle diverse espressioni culturali. "Per questo - sottolinea - ho voluto scindere la presidenza della Fondazione dalla figura del sindaco, diversamente dalle prassi adottate in passato. Il teatro comunale è una risorsa inesauribile, una grande opportunità per Ferrara e ha una storia gloriosa. Purtroppo la cultura sta subendo le pesanti penalizzazioni di un periodo difficile e colmo di incertezze. Deve essere interesse di tutti lavorare, ancor più in questo momento, per la città, per la cultura e per garantire al nostro teatro il prestigio, l’ottima visibilità e iniziative all’altezza del suo nome e della sua storia”.
( la Nuova Ferrara)
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