Chissà se Aldo Grasso ha visto ieri la seduta del tribunale di Giletti, bella carica di cause da discutere, con protagonisti, testimoni, ospiti ed esperti.
Nell'annunciare il calendario della seduta, il tribuno Giletti - comunque, meglio che continui a fare il mestiere che fa ora, candidarsi a Roma per il Campidoglio, come ha lasciato che si pensasse in giro, gli farebbe fare la stessa fine di tanti inesperti: vergognosa!- aveva promesso che avrebbe finalmente risolto - povero illuso!- la questione che da mesi, dallo scorso settembre, agita le coscienze degli italiani (ma quando?).
E cioè la tragedia 'di celluloide' che oppone tre personaggi del vario e vasto mondo: Mauro Corona, Bianca Berlinguer e Franco Di Mare.
Era successo che durante una trasmissione di 'Carta Bianca', Corona avesse apostrofato la 'Bianchina', con 'zitta gallina' - e non per la rima che ne derivava. Ma perché Corona, che non è un 'personaggio divertente con i suoi siparietti', come ha detto ieri la filosofa Nunzia De Girolamo - comparsa fissa benché inutile molto spesso, del tribunalino di Giletti - è intemperante - e non perché beva, anzi beveva, come l'ha apostrofato Di Mare nel corso della sua audizione alla Commissione di Vigilanza, ma perchè è impermeabile alle regole e comunque quel che pensa (e lui solitamente pensa!) e gli passa per la mente - quando non è in preda ai fumi dell'alcool: daje con l'ubriacone! - lo dice.
Insomma ieri abbiamo fatto un ripasso di tutto quello che un lettore di giornali interessato al caso sa già. Perché ad esempio Il Fatto di Travaglio della storia aveva raccontato quasi tutto. E non per semplice l'interesse per la stessa, ma per una vecchia ruggine fra Travaglio in persona e Gomez con lui, e Di Mare. Accade anche questo.
Bianchina come Corona erano stati intervistati - se ricordiamo bene - dal Fatto e la Bianca aveva detto, quantomeno fatto capire apertamente che la mancata soluzione del problema, il ritorno cioè di Corona nella sua trasmissione (al quale Lei tiene moltissimo non per ragioni umane o morali, più semplicemente per ragioni di audience), dopo che lo scrittore montanaro ex ubriacone s'era privatamente e pubblicamente ( in altra trasmissione) scusato con lei. Ma che a tale soluzione ostava la firma di Di Mare, il quale secondo Il Fatto, secondo la Berlinguer ed anche secondo Corona - troppe chiacchiere! - aveva anche lui conti da regolare, esattamene come quelli del giornale di Travaglio e di Travaglio medesimo. Ne avrebbe avuto con Corona chè l'aveva superato in un premio letterario, ed anche con la Berlinguer, ma non si è capito perché.
Indipendentemente però da tutto quello che ieri si è visto ed ascoltato e che - vogliamo ripeterlo - noi conoscevamo già, avendo letto molto sull'argomento, Giletti alla viglia aveva promesso che, volendo vederci chiaro sulla faccenda che si trascina ormai da molto, troppo tempo, avrebbe schierato nel suo tribunalino Corona, Berlinguer e Di Mare. Cosa che non ha fatto perché non ci sarebbe riuscito neanche Pippo Baudo ai suoi tempi o Bruno Vespa ora, figurati Giletti: invitare il direttore di una rete 'concorrente', una giornalista della stessa, a darsi martellate di santa ragione e a sputare nel piatto dove mangiano da tempo, e non solo una minestra calda. Corona certo non era tanto difficile trascinarlo nel tribunale, anche perchè Giletti lo conosce da tempo. Ma nè Berlinguer nè Di Mare potevano materializzati in studio come aveva promesso il tribuno.
Allora perché strombazzare che ce li avrebbe portati per vederci chiaro su tutta la faccenda? Perché il tribuno Giletti è anche un noto pallonaro, millantatore pro domo sua, e più bravo di tutti ad armare casini. Ma Aldo Grasso di questo non si è ancora accorto, altrimenti da tempo avrebbe scritto di Giletti peste e corna, fregandosene del fatto che lavora nella sua stessa azienda. Vero Grasso, ce lo confermi?
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