giovedì 28 gennaio 2021

Mozart. Tanto rumor per poco

Abbiamo letto che , in occasione dell'apertura delle 'Settimane mozartiane' che da anni si tengono a Salisbrugo, organizzate, se non andiamo errati, dal Mozarteum, e della quale è direttore artistico Villazon - noto tenore che dopo un intervento alle corde vocali ha preferito non proseguire con la carriera già intensa che aveva intrapreso, e dedicarsi anche all'organizzazione musicale -  nel giorno inaugurale, sarebbe stato eseguito e diffuso  dai social, un inedito  pianistico mozartiano. Il che è accaduto ed ora chi voglia ascoltarlo può ricorrere a You Tube.

Inedito? Della sua esistenza si sapeva, perché già l'estensore del Catalogo delle opere mozartiane, lo aveva inserito nel numero K 626 b - quel numero di catalogo senza la lettera b è quello del Requiem -  che più che una singola opera è una specie di cartella, nella quale sono compresi  brani brevi o abbozzi che il catalogatore ha anche numerato, essendo quelli  noti già molto numerosi, con il n.16.

Dunque di quel foglio di musica, una novantina di secondi in tutto la durata, se ne conosceva l'esistenza, ed è stato anche possibile ricostruire le traversie negli anni, dopo che ne aveva avuto il primo possesso la sorella del musicista Nannerl.

 L'articolo che abbiamo letto sul Corriere , che poi era l'unico giornale italiano che ne ha parlato, a firma Valerio Cappelli, titolava: " Spunta un inedito di Mozart: è l'Allegro composto a Milano' .  Sarebbe stato più opportuno titolare ' un Allegro', perchè non abbiamo contato quanti 'Allegro' egli abbia composto nei mesi in cui si è fermato a Milano, nel corso dei suoi viaggi italiani. L'Allegro in questione comunque è in Re maggiore, si dice sul giornale che  sarebbe la  rivisitazione, o trasposizione pianistica di un precedente brano per orchestra, una 'danza' e che  potrebbe configurarsi come uno di quei cosiddetti 'fogli d'album', presenti nei cataloghi di quasi tutti i musicisti e che altro non erano che dei 'cadeau' approntati in fretta, da offrire ad amici o conoscenti in particolari situazioni, magari per ricambiare favori ricevuti. Mozart lo scrisse diciassettenne, nel corso del suo soggiorno milanese del 1773.

La durata molto ridotta non pregiudicherebbe di per sè il suo valore, la qualità musicale. Basti pensare all'album, o ciclo, delle Scene infantili di Schumann, per convenire che, ad esempio, il primo dei brani è un capolavoro assoluto.

 Dunque nessuna pregiudiziale. Solo che non ci sentiamo di unirci al coro di chi inneggia alla scoperta di un capolavoro. Il coro  muove dalla consuetudine di  fare scoperte, vere o presunte, per promuovere manifestazioni musicali che altrimenti  verrebbero rubricate nella routine , anche di qualità. Solo che alla scoperta di una pepita d'oro musicale, occorrerebbe gridare solo quando in effetti, di un ritrovamento vero si tratti e di una pepita  preziosa. 

Non vogliamo ora crocifiggere Villazon che ha voluto solo  esagerare per dar lustro alla manifestazione di Salisburgo che altrimenti, in epoca di pandemia e nelle freddissime giornate di gennaio,  si sarebbe svolta senza particolare attenzione mediatica.

 Non vogliamo crocifiggere Villazon, perchè dovremmo  autocrocifiggerci, giàcchè anche noi sebbene con materiale ben più consistente, quando avemmo la responsabilità del Festival delle  Nazioni di Città di Castello, nel 2004 -  da anni piombato nella più grigia routine - inaugurammo  con  un  inedito corale di Mendelssohn, trascrizione dello stesso musicista di due Cori dalle musiche di scena per l'Edipo a Colono, che ebbero naturalmente molta eco in Italia, e via radio anche in Europa.

 Anche noi, esattamente come hanno fatto al Mozarteum, durante l'esecuzione dei brani, esponemmo il prezioso manoscritto  di Mendelssohn.

  Nella prassi  creano maggior clamore le scoperte di brani, più o meno importanti, di autori celebri del passato;  perchè minore  è il clamore, se in una manifestazione musicale come un festival, viene presentata una nuova opera appositamente commissionata; nonostante che anche questo si faccia, seppure raramente. 

Cosa che  noi pure abbiamo fatto, sia in quel festival del 2004, commissionando a Salvatore Sciarrino, genius loci di Castello, alcuni brani per orchestra da camera, da inserire nel celebre melologo di Richard Strauss 'Enoch Arden' ( nel catalogo del musicista, sono raccolti sotto il titolo 'Scene di vento'); sia nel 2011, sempre con Sciarrino, cui commissionammo un nuovo quartetto per archi, il nono del suo catalogo, in occasione dei festeggiamenti del millenario della città di Sansepolcro, per i quali fummo incaricati dalla città di provvedere alla festa, con la musica. Di quella volta serbiamo ancora un ricordo  indelebile, anche visivo, già che quel Quartetto, che aveva a titolo: ' Ombre nel mattino di Piero'  fu eseguito dal Quartetto Prometeo,  sotto l'Affresco della Resurrezione di Piero della Francesca: 'la più bella pittura del mondo', secondo la ben nota definizione dello scrittore inglese Aldous Huxley.



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