martedì 19 gennaio 2021

Minutaggio per spronare alla lettura; minutaggio per scoraggiare lo zapping televisivo

 Credo l'abbiamo già scritta, tempo fa, la nostra sorpresa nel leggere su una rivista di grande diffusione, in calce ad ogni articolo, una  imprevista indicazione: il tempo necessario per leggerlo. Sarebbe dovuta servire quella indicazione, nelle intenzioni della direzione della rivista, a non scoraggiare i potenziali lettori che avessero desiderato soffermarvisi, attratti magari dal titolo o dalla immagine che lo illustrava. Non avere paura, sembrava dire la rivista, fermati un momento. Se l'articolo ti interessa, bastano 3 o 4 minuti appena  per leggerlo. Che saranno mai una manciata di minuti? Solo che 3 o 4 minuti, a meno che non si tratti di semplice notizia, possono anche vanificare i benefici effetti di una lettura-riflessione.

Giusto suggerimento, solo che nel caso in cui  vi fossero stati in quella rivista articoli di una qualche più impegnativa lunghezza, l'indicazione del tempo 'medio' stimato di lettura,  avrebbe potuto scoraggiare quei tanti che sono presi e striturati dal vortice della vita moderna. A quei lettori occasionali, distratti e veloci, il tempo di lettura: 15 o 20 minuti sarebbe certamente  sembrato una eternità, e, di conseguenza, non è fuori luogo immaginare che avrebbero voltato pagina, perché loro pensavano - se ne erano capaci (di pensare) - che tutto quel tempo non l'avevano.

 Dunque quell'iniziativa - per noi comunque discutibile - che avrebbe dovuto far guadagnare lettori a quella rivista - lettori dei tempi 'brevi' - diventava, con l'indicazione di tempi più lunghi, elemento di dissuasione. Per la lettura.

In  tv, invece, compare abbastanza spesso, specie nelle trasmissioni di successo sulle reti televisive private, una indicazione nei momenti clou delle medesime trasmissioni: l'indicazione della durata della pubblicità, prima che riprenda la trasmissione, solitamene interrotta, per far luogo alla pubblicità, nei momenti in cui il telespettatore non se l'aspetta e non la gradisce. Quella indicazione, a differenza della sorella della carta stampa serve a dire al telespettatore: un attimo di pazienza, riprendiamo subito, ma prima  dobbiamo per forza trasmettere la pubblicità, perché se non ci fosse tu non potresti avere questa trasmissione gratis.

L'inserto pubblicitario i conduttori dei programmi  lo annunciano ovviamente quasi sempre prima di una passaggio importante.

Solo che, stando attenti, ci siamo accorti che fra l'annuncio a voce dei presentatori e la scritta che compare, per il conto alla rovescia, sul teleschermo, c'è sempre discrepanza. Non so, il presentatore annuncia 60 secondi di pubblicità e quando parte il conto alla rovescia si legge sul teleschermo: il programma torna fra 90 secondi. Delle due l'una: o il presentatore viene informato della esatta durata della pubblicità e la riferisce al suo pubblico, per non farlo trovare davanti a sorprese, non sempre gradite,  oppure la annuncia senza precisare la durata, spaccando i secondi.

Resta sempre per il telespettatore il vantaggio di profittare della pubblicità per far fronte ai  naturali bisogni, per i quali non si può essere lenti o veloci, ma occorre attenersi ai tempi tecnici.

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