La controversia fra Regione Lombardia di Fontana /Moratti e il Governo, nello specifico il Ministro della salute Speranza e l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), sui dati che hanno fatto retrocedere la regione in zona rossa, poi modificati dalla stessa regione - così dice il Ministero - mentre invece la regione afferma che i dati erano esatti ed è stato il Ministero a sbagliarne la lettura, mentre ci fa venire qualche dubbio sulla esatta lettura ed interpretazione dei dati - in verità qualche dubbio ci era venuto assai prima delle presente controversia - ci rende anche sospettosi sulla attendibilità degli stessi.
Ad esempio ci viene sempre detto che nei primi giorni della settimana i numeri sono sempre superiori a quelli dei giorni precedenti, perché nel fine settimana le Regioni non trasmettono sempre la totalità dei numeri; e già questo ci mette qualche pensiero. Come ce lo mette anche il fatto che una regione che stando ai dati, dovremmo considerare fra le più virtuose, come la Campania, è quella di cui le cronache ogni giorno, in fatto di pandemia, ci raccontano le cose più agghiaccianti. Come è possibile?
Innanzitutto manca la trasparenza sui dati, già troppe volte invocata e mai concessa, come non fosse diritto sacrosanto dei cittadini conoscere la verità dei fatti: i numeri senza sconti o imbellettamenti preventivi.
Noi abbiamo avuto perfino il dubbio, ad inizio pandemia, che qualcuno possa aver giocato a rendere la situazione attraverso i numeri che la raccontavano, più disastrosa di quel che era effettivamente, allo scopo di poter ottenere più di quanto dovuto dallo Stato. Che alcuni Governatori abbiano potuto farlo, qualora in futuro venisse alla luce, non ci meraviglieremmo più di tanto.
Ormai dopo tutto quello cui abbiamo assistito, niente più diamo per sicuro. Ci hanno fatto diventare sospettosi su tutto e tutti. Niente e nessuno esclusi.
Ora è evidente che la protesta che ha fatto in questi giorni la Società italiana di Statistica, che lamenta l'assenza di professionisti della materia sia nel CTS che all'ISS, ci sembra sacrosanta.
La STATISTICA è una scienza, che viene insegnata in tutte le Università ed è presente in moltissimi istituti di ricerca, di cui in momenti come questi c'è bisogno; la statistica fa l'analisi dei dati raccolti (magari verificando anche che la trasmissione non abbia subìto manomissioni) e procede poi alla loro lettura interpretativa. Questo che è un lavoro fondamentale non può esser lasciato ai pur bravi tecnici dell'ISS e del CTS che però di statistica non capiscono un tubo.
Ma allora perché non hanno sentito il bisogno di averne qualcuno al loro interno? Lo dicano alla Società che in Italia li rappresenta e che ora giustamente protesta.
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