Il Mes, ha ricordato, "è uno strumento nato con condizionamenti", era un modo "per intervenire nei Paesi in crisi, come dire ti do i soldi ma sei in libertà vigilata. Giustamente l'Italia ha detto basta, questo non lo voglio". Ma, ha continuato l'ex premier, "nell'ultima riunione si è ottenuto il 'discondizionamento', cioè il fondo europeo non è più condizionato".
Quindi "è un prestito, ma talmente a basso interesse per cui: primo lo ripaghiamo a lunghissimo tempo, secondo ci costa un miliardo e mezzo in meno all'anno. Beh insomma... a caval donato, non si guarda in bocca.
C'è una parte di economia che si aprirà per ultima, come i servizi, il turismo, la ristorazione. Per l'Italia è una tragedia mortale. Bisogna dare dei soldi, non c'è altro da fare, serve un sostegno. Poi le strutture produttive devono cambiare registro: ogni impresa deve fare un piano per mettere in sicurezza gli addetti, finché non c'è il liberi tutti, e poi procedere" ha detto il Professore, rispondendo a una domanda sulla ripartenza dell'economia regolata l'emergenza Covid-19: "La Ferrari ha fatto un programma di lavoro in sicurezza, che è ottimo. E' una realtà organizzata, lo ha potuto fare facilmente. Ora il piano andrebbe esteso anche alle aziende con 5 operai. Dobbiamo rimettere in azione, adagio ad agio, tutto il sistema produttivo, se perdiamo troppo prodotto lordo quest'anno poi la ripresa è più difficile".
Ora c'è "grande preoccupazione per i sistemi produttivi. La sicurezza e la salute vengono prima di tutto - ha concluso - penso che la prima decisione di lasciare aperte solo le attività indispensabili, alla fine, non sia stata così sbagliata. Bisognava fare in fretta, la velocità è importantissima".
La patrimoniale ribattezzata Covid-tax "era un proposta di Delrio, non del partito. C'è un discorso sotto, un desiderio di portare più uguaglianza. Ma, ho fatto un pò di conti: una roba che rende un miliardo o poco più all'anno e produce tensioni di questo tipo, secondo me, non è neanche immaginabile. Crea tensioni senza nemmeno dare un sollievo concreto", ha detto l'ex premier rispondendo a una domanda sulla proposta avanzata dal capogruppo Pd alla Camera per l'emergenza Covid-19.
"Certamente - ha aggiunto - tutti pongono il problema che l'Italia è un Paese a risparmio elevatissimo, a debito privato e pubblico fortissimo, però voglio vedere qual è il Governo che riesce a trovare un accordo generale, perché su questo ci vuole, su come aggiustare fiscalmente il bilancio del Paese. Basterebbe un sogno, perché è tanto che lo diciamo, ovvero la lotta all'evasione fiscale".
"Colao va bene, decidere è il suo mestiere, ma una task force da 17 persone? Boh, io avrei detto 7" ha detto Prodi, rispondendo a una domanda sulla squadra incaricata di gestire la ripresa nella cosiddetta 'fase 2' .
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Sono tutte persone di alto livello - ha aggiunto il professore - quando mettiamo intorno al tavolo una pluralità di persone hanno tutte, giustamente, hanno il diritto di affermare che la loro disciplina e il loro ruolo sono i più importanti possibili. Se a Colao - hai aggiunto il professore - viene dato il potere assoluto di ritenere gli altri un po' come consulenti e un ruolo di sottosegretario o commissario speciale allora può veramente aiutare, altrimenti può consigliare e anche questo ha una sua funzione. Però noi dobbiamo dare messaggio opposto alla nostra immagine: cioè un Paese che riesce finalmente di nuovo a decidere".
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