Su Prima Comunicazione online di marzo è apparsa una lunga intervista a Lucia Annunziata, firmata da Franco Recanatesi che mi ha fatto gran piacere leggere dopo molto tempo, giacchè molti anni sono passati da quando lo ebbi come direttore, collaborando al Venerdì di Repubblica. Da dove ne uscì quando ci fu la prima epurazione al giornale di De Benedetti, degli 'scalfariani' doc - e Recanatesi era uno di loro.
Adesso stessa sorte è toccata a Lucia Annunziata, perchè al cambio di editore è naturale che cambino anche i direttori. E Lei lo ha fatto, ma anticipando in tempo il cambio: si è dimessa dopo aver appreso che la Exor, di casa Fiat, stava per subentrare nella proprietà del Gruppo 'De Benedetti', e prima che lo facesse Elkann - ma non quello cattivo e scapestrato che da poco è tornato alla ribalta, dopo uno strano incidente in Israele, non si sa perchè e per come, e che ora è stato abbagliato sulla via della 'solidarietà' e bontà - no, quello con la faccia buona che buono non è e non guarda in faccia nessuno, John, suo fratello, che appena subentrato nella proprietà, senza nessun preavviso, ha mandato a casa i direttori e li ha rimpiazzati con altri, mandando su tutte le furie anche il fondatore di Repubblica, Scalfari che però ha dovuto fare, per ora, buon viso a cattivo gioco. Non sappiamo per quanto ancora.
L'Annunziata dice a Recanatesi che il futuro del giornalismo è sul web, a pagamento certo; perchè già oggi i lettori della carta stampata sono sempre meno ed hanno sessant'anni ed oltre ( adesso che il Coronavirus li ha anche decimati, chissà che la scomparsa di tanti ultrasessantenni non pesi anche sui bilanci degli editori di giornali!). Recanatesi replica che il giornalismo è fatto anche di grandi firme. Come - aggiungiamo noi - non c'è melodramma senza grandi voci, senza star. Vero, ma perchè non si possono formare ottimi giornalisti anche giovani? Occorre solo fare bene il proprio mestiere per essere credibili ed aver un seguito. E poi, vuoi mettere -fa notare l'intervistata - che puoi aggiornare una notizia attimo dopo attimo, senza attendere l'indomani l'uscita del giornale che rallenta troppo l'informazione?
Questo è vero, però - e la Annunziata lo sa bene - il web ed il giornalismo attraverso il web corre rischi e pericoli che la carta stampata non corre. E che il giornalismo web deve farsi spazio a fatica fra tutto ciò che di falso circola in rete, affermandosi con autorevolezza, autenticità e affidabilità.
Vedremo che accadrà in futuro. Certo è che ora la carta stampata si comporta - anche una grande testata - come fosse in condizione di monopolio, senza concorrenza, dove tutto le è permesso, anche ciò che errore vero e proprio non è ma attiene alla decenza e accettabilità professionale. Commette errori che perfino noi che per anni siamo stati direttori di piccole testate specialistiche musicali non abbiamo mai commesso.
Ci è capitato, ad esempio, di leggere qualche settimana fa sul Corriere, in uno stesso numero, tre lunghe interviste o profili di personaggi noti dello spettacolo, con la medesima firma. Come è possibile che un quotidiano che ha una bella squadra di giornalisti si riduca a riempire le pagine del giornale, un solo numero, addirittura con tre grandi pezzi dello stesso autore? Semplicemente non si fa!
E oggi, dopo aver letto, ancora sul Corriere, un lungo pezzo nella 'romana', a firma Valerio Cappelli, dedicato al direttore Guido Cantelli (scomparso prematuramente molti anni fa, di cui ricorre il centenario della nascita ed al quale sarà nuovamente dedicato un concorso di direzione d'orchestra, a Novara sua città natale - ed è questa lì'unica notizia) che a Roma ha diretto qualche volta come tanti altri, ci è venuto il sospetto che quel pezzo fosse destinato alle pagine degli spettacoli , e che, rifiutato per qualche ragione, sia finito, impropriamente sulla 'romana'. Errori tanto evidenti da essere considerati imperdonabili.
E certo, sul web che corre a velocità maggiore di un giornale cartaceo, questi non apparirebbero come errori, perchè il web ne ha i mezzi per correggersi.
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